Il settore agroalimentare bergamasco esporta sempre di più: +19% in generale e +84% verso gli Usa
A spingere è soprattutto l'ottimo andamento delle bevande. Ma non mancano dati negativi come la chiusura di 83 aziende in un anno
Il settore agroalimentare in Lombardia regge e la provincia di Bergamo non manca dall'esserne punta di diamante in settori specifici. Il dato migliore è quello che riguarda le esportazioni agroalimentari bergamasche, che sono aumentate del 18,9 per cento nel primo semestre, contro una media della Lombardia al 18,1 per cento, già ben superiore a quella italiana ferma al 17,1 per cento. I dati provengono da uno studio condotto da Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia e il presidente della Camera di Commercio Carlo Mazzoleni è soddisfatto nel dire che si può parlare di una «generale tenuta, ma la forbice dei costi produttivi e dei prezzi alla produzione incide negativamente sulla redditività delle imprese».
La crescita dell'esportazione
L'ottimo risultato si spiega innanzitutto alla luce della crescita dell'industria delle bevande, che rappresenta in modo abbastanza stabile il cinquanta per cento delle esportazioni agroalimentari bergamasche e che è pure aumentata del 33,1 per cento. L'industria alimentare è poi cresciuta dell'8,9 per cento, avendo beneficiato dell'aumento degli altri prodotti alimentari (+10,4 per cento) e dei prodotti lattiero-caseari (+16,8 per cento), che insieme costituiscono oltre la metà del valore esportato. Nel primo semestre 2023, le esportazioni agroalimentari bergamasche hanno rappresentato il 14,1 per cento delle esportazioni agroalimentari regionali, al secondo posto dopo Milano - la quale da sola vale un terzo del valore esportato dalla regione.
Boom negli Stati Uniti: +84%
Ma dove vanno i prodotti bergamaschi? Il settanta per cento dell'export agroalimentare bergamasco si dirige verso dieci Paesi, gli Stati Uniti in testa con una quota del 21,9 per cento; seguono Francia (13,6 per cento), Germania (8 per cento), Paesi Bassi (7,6per cento), Regno Unito (4,6 per cento), Spagna (3,9 per cento), Svizzera (3,5 per cento), Belgio (2,8 per cento), Polonia (2 per cento) e Cina (1,5 per cento). Colpisce il dato che arriva dagli Stati Uniti con una crescita dell'84 per cento, grazie all'ottimo andamento del comparto bevande, che rappresenta la quasi totalità dell'esportato. Ma sono cresciute anche le vendite verso Polonia (+41 per cento), Spagna (+28 per cento), Francia (+25 per cento) e Belgio (+21per cento).
La produzione di Grana aumenta
Dai risultati scoppiettanti, si passa però al minore il dinamismo della produzione lattiero-casearia, probabilmente legato all'elevata incidenza dei costi di produzione. Tra gennaio e maggio 2023 le consegne bergamasche di latte sono calate del -1,3 per cento rispetto all'anno precedente, a fronte di una stabilità a livello regionale e di un calo maggiore (-2,9 per cento) a livello nazionale. Con ciò, Bergamo si mantiene in quinta posizione per tonnellate di latte consegnato. Quanto al volume prodotto di Grana Padano Dop, Bergamo si conferma la quarta provincia lombarda con una quota che rappresenta il 3 per cento di quella regionale. Nel semestre è stata la provincia con maggiore crescita (+10,9 per cento).
Chiuse 83 aziende in un anno
Nota dolente, le aziende che sono sempre meno. Al 30 giugno 2023 le imprese bergamasche attive nell'agricoltura, silvicoltura e pesca erano 4.858, in calo di 83 unità rispetto a un anno prima. Il tasso di variazione continua a essere negativo, come accade al complesso delle imprese e anche in Lombardia come tendenza strutturale in corso da molti anni. Nel primo trimestre 2023 sono calate anche le assunzioni rispetto allo stesso periodo del 2022, ma mantenendo pur sempre un saldo positivo di poco di più di mille unità tra assunzioni e cessazioni. Questi dati provengono dall'analisi dell’Osservatorio del mercato del lavoro della Provincia di Bergamo che prende in esame le comunicazioni obbligatorie sui rapporti di lavoro dipendente.