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Il Sindacato librai e Ascom sul "Bonus Biblioteche": «Si favoriscano le librerie indipendenti»

Le associazioni denunciano il mancato rispetto, negli scorsi anni, delle linee guida da parte di biblioteche e librerie di catena

Il Sindacato librai e Ascom sul "Bonus Biblioteche": «Si favoriscano le librerie indipendenti»
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La Legge Finanziaria ha confermato per gli anni 2022 e 2023 lo stanziamento di 30 milioni di euro a favore delle biblioteche per l’acquisto di una nuova dotazione libraria: grazie a questo “Bonus Biblioteche” negli scorsi anni agli enti di questo tipo di Bergamo e provincia sono stati distribuiti mediamente 1,2 milioni di euro l’anno, ma non senza criticità.

Per questo motivo Antonio Terzi, presidente del Sindacato italiano librai Bergamo e presidente di Confesercenti Bergamo, insieme a Cristian Botti, presidente del Gruppo librerie di Ascom Confcommercio Bergamo, hanno scritto oggi (martedì 12 aprile) una lettera indirizzata a Comuni, sistemi bibliotecari provinciali, librerie e per conoscenza al presidente della Provincia, oltre che ad Anci Lombardia, Ministero della Cultura, Direzione generale biblioteche e diritto d’autore. Nel testo della lettera la richiesta principale è quella di porre attenzione al corretto utilizzo del contributo ministeriale, evitando quella battaglia di sconti fuori mercato, chiesti e proposti dagli attori coinvolti, che minano il reale obiettivo dell’iniziativa del Ministero della Cultura.

Antonio Terzi

La finalità del decreto 191/2021 è infatti quella di offrire una misura di sostegno immediato al mercato del libro, favorendo una più stretta collaborazione territoriale tra biblioteche e librerie. Nel rispetto di tale finalità, il criterio da utilizzare per l’individuazione delle librerie è quello della prossimità territoriale, come espressamente previsto dal decreto all’articolo 2 comma 5: «Le risorse assegnate a ciascuna biblioteca devono essere utilizzate esclusivamente per l’acquisto di libri, da effettuarsi per almeno il 70 per cento presso almeno tre diverse librerie con codice Ateco principale 47.61 presenti sul territorio della provincia o città metropolitana in cui si trova la biblioteca. Ove in tale territorio non siano presenti o attive almeno tre librerie con codice Ateco principale 47.61, la biblioteca può effettuare gli acquisti nel territorio della regione».

Pertanto, nel rispetto dello spirito del decreto, non si può prescindere dal criterio della territorialità, anche in presenza di gare ispirate al criterio del prezzo più basso. Questa dinamica però negli ultimi tempi si sarebbe riproposta in diverse occasioni: «Purtroppo, anche nel nostro territorio, abbiamo assistito negli scorsi anni a comportamenti difformi rispetto alle linee guida: biblioteche che richiedevano sconti mettendo in competizione le librerie, librerie che si offrivano a loro volta alle biblioteche promettendo sconti fuori mercato pur di accaparrarsi le forniture, acquisti effettuati fuori dall’ambito provinciale».

Il problema, secondo le associazioni firmatarie della lettera, è che negli ultimi anni si è assistito a fenomeni di «singole librerie, soprattutto di catena, che tendevano ad accaparrarsi gran parte di questi ordini a suon di promozioni insostenibili per i librai indipendenti - come dichiarato da Antonio Terzi -. Quest’anno vogliamo che l’atteggiamento sia diverso, anche in relazione alla drammatica congiuntura economica in cui ci troviamo, garantendo ai librai di trattenere in toto la loro marginalità ed escludendo la richiesta di sconti».

Su principio di territorialità e mantenimento del prezzo d’acquisto ha insistito anche Cristian Botti: «Quanto previsto dalla Legge Finanziaria anche per gli anni 2022 e 2023 è certamente un segnale positivo per il rinnovamento delle biblioteche e potenzialmente una boccata di ossigeno per tutti i librai bergamaschi, ma per essere veramente tale, nel bando va inserito in modo chiaro e inequivocabile l'obbligo da parte delle biblioteche di scegliere le librerie territorialmente vicine e senza la richiesta di riduzione dei prezzi, al fine di non vanificare l'intento del legislatore».

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