La tendenza

Turismo, nella Bergamasca più contratti a tempo indeterminato rispetto alla media regionale

I dati dell'Osservatorio sul mercato del lavoro, elaborati da Federalberghi, danno un focus sulla provincia

Turismo, nella Bergamasca più contratti a tempo indeterminato rispetto alla media regionale
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Per il primo anno i dati dell'Osservatorio sul mercato del lavoro nel turismo in Italia, elaborati dal Centro Studi Federalberghi, permettono di avere un focus specifico sulla provincia di Bergamo. La Bergamasca, in base allo studio delle quasi tremila imprese turistiche provinciali, nel 2022 si pone al terzo posto in Lombardia come numero di addetti, con una media di lavoratori di 25.640. La precede Milano, che ne conta 104.992, e Brescia, con 29.451.

FederAlberghi conferma che il 2023, complice sicuramente anche la Capitale della Cultura, sarà un'annata eccezionale per le presenze turistiche, tale dal confermare in pieno il recupero pieno anche del settore ricettivo rispetto ai dati 2019 già visibile dai dati 2022. Quanto ai picchi stagionali, i periodi clou per il settore si registrano nei periodi tradizionali di vacanza: a luglio e agosto, in estate; a dicembre, in inverno.

Tante le donne

Più sono i turisti, più crescono anche i lavoratori del settore con un'occupazione femminile, che è dominante nel turismo, con 17.041 addetti (il 66,5 per cento), un dato nettamente superiore anche alla media regionale (54 per cento). I dipendenti stranieri sono invece il 19 per cento, con 4978 addetti, percentuale nettamente inferiore alla media regionale (30 per cento).

Stagionalità all'1% contro il 6% lombardo

Altri dati che allontana la Bergamasca dai numeri lombardi riguarda la tipologia dei contratti: i lavoratori a tempo indeterminato sono il 72 per cento (68 per cento in Lombardia); gli addetti con contratto a tempo determinato non stagionali sono il 27 per cento (26 per cento in Lombardia), quelli  stagionali all'1,1 per cento (288) contro il sei per cento lombardo. Questo significa che i lavoratori sono più stabili e c'è minore ricorso allo stagionale rispetto al resto della regione. Abbastanza in linea con la media della Lombardia l'età: il 33,5 per cento (contro il 33,9 per cento lombardo) ha meno di trent'anni.

Male i parchi divertimento

Il recupero post-pandemia si è completato sotto certi aspetti, meno in altri. L'occupazione è cresciuta del 7,4 per cento tra il 2022 e il 2019 nei pubblici esercizi, mentre è ancora sotto del 5 per cento nei servizi ricettivi. Inoltre è ancora sotto del -33,9 per cento nei parchi divertimento, -17,2 per cento intermediazione viaggi e del -13,5 per cento negli stabilimenti termali.

Il recupero è in parte nei contratti a tempo indeterminato (+ 3,6per cento),  mentre è più alto nei contratti a tempo determinato (+ 11,3 per cento) e stagionali (+5,4 per cento).

Il settore alberghiero

Per quanto riguarda il settore alberghiero, le imprese attive nel 2023 sono state in media 116 con 894 dipendenti, principalmente giovani. Oltre la metà, il 51,5 per cento (460) ha meno di quarant'anni e il 29,7 per cento (266) ne ha meno di trenta. Anche in questo caso prevalgono le donne, con un 61,9 per cento (554) e una buona parte, il 23per cento, è straniero (207).

Prevalgono i contratti a tempo indeterminato con il 66 per cento contro il trenta per cento a tempo determinato e il quattro per cento stagionale. Anche il settore alberghiero, dopo la pandemia, ha visto il recupero di addetti sebbene l'occupazione del comparto fosse ancora sotto del 5,4 per cento a fine 2022.

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