Nel primo trimestre

In Bergamasca si cercheranno 26.500 nuovi lavoratori (soprattutto camerieri e cuochi)

Il 57% dei datori della ristorazione sa già che non riuscirà a coprire le proprie necessità e gli elettromeccanici sono irreperibili al 65%

In Bergamasca si cercheranno 26.500 nuovi lavoratori (soprattutto camerieri e cuochi)
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Non sono gli operai specializzati i lavoratori più ricercati nella Bergamasca, ma camerieri, cuochi e addetti al turismo. Sono questi i dati trimestrali del bollettino di Excelsior Unioncamere. Dopo aver trainato le assunzioni del 2021, il settore dell'industria frena, mentre il terziario, dopo i punti bassi causati dal Covid, sta scaldando i motori per raggiungere nuovi picchi.

Oltre 26 mila nuovi ingressi ricercati

In generale, la Bergamasca cercherà nuovi addetti per oltre 26.500 ingressi, per il 57 per cento impiegati nel settore dei servizi, mentre il 43 per cento dovrà soddisfare le necessità soprattutto delle piccole imprese. I numeri raccontano le previsioni del trimestre dicembre 2022-febbraio 2023, con un'industria, quella manifatturiera in particolare, che richiederà 8.410 addetti con diversi gradi di specializzazione, ai quali si aggiungono i quasi tre mila nuovi ingressi richiesti dalle costruzioni. La domanda per alloggio, ristorazione e servizi turistici, toccherà quota 2.820 addetti, alla quale aggiungere ulteriori 3.070  richieste per vendite e commercio e altre 6.850 ricerche nell’ambito del servizio alle imprese.

Tanti posti cercati, poche risposte positive

Tuttavia, il timore è che non tutte queste disponibilità di posti arrivino a concretizzarsi in nuovi contratti effettivi, soprattutto nell'ambito della ristorazione. Il 57 per cento dei datori di questo ambito dichiara già che non riuscirà a soddisfare le proprie necessità, in primis per mancanza di candidati, complice il fatto che il 50 per cento vuole professionisti con una qualche esperienza nel settore. Con percentuali diverse, ma comunque rilevanti, mancano anche commessi e personale addetto alla vendita, sia al dettaglio che all’ingrosso, per un 11,5 per cento. Tra i servizi alle imprese il ruolo più ricercato è quello degli addetti alle pulizie, ma questi non si trovano per il 31 per cento, oltre a corrieri e addetti alla logistica, ugualmente introvabili nel 27 per cento dei casi.

In ambito industriale il problema si ripete, tanto che gli operai metalmeccanici ed elettromeccanici sono irreperibili nel 65 per cento dei casi, con una predominanza di motivazioni legate alla mancanza di addetti, piuttosto che alla preparazione dei candidati. Nell'edilizia non va meglio, perché quanto riguarda muratori e operai specializzati le imprese sanno già che per il 53 per cento dei casi la loro ricerca andrà a vuoto e il 28 per cento delle volte per assenza di candidati. Tra le figure specializzate più richieste, invece, restano apprezzati dal mercato del lavoro tecnici e ingegneri informatici così come gli addetti al marketing.

Più contratti a tempo indeterminato

Tutto questo a fronte di una situazione contrattuale che sembra promettere di diventare sempre più rosea. L’industria manifatturiera è quella che punta a creare il maggior numero di contratti a tempo indeterminato (49 per cento nel trimestre dicembre 2022 - febbraio 2023), seguita dalle costruzioni (39 per cento). I servizi alle imprese faranno largo uso di contratti a tempo determinato per i nuovi ingressi (66 per cento) così come le realtà che si occupano di servizi alla persona (72 per cento) e il commercio (62 per cento). I contratti di somministrazione verranno invece ancora usati dalle imprese, soprattutto le più grandi, quelle con oltre 250 dipendenti. Restano fermi invece al 19 per cento i contratti indeterminati nel settore turistico.

 

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