In sciopero la vigilanza dell’aeroporto: «Contratto nazionale fermo da 7 anni, rischio povertà»
La mobilitazione proclamata dopo la rottura del tavolo a marzo di quest’anno, in provincia interessati oltre 300 lavoratori
Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato unitariamente oggi (mercoledì 13 luglio) uno sciopero della vigilanza dell’aeroporto di Orio, previsto per la giornata del 17 luglio, al fine di sostenere il rinnovo del Contratto nazionale della vigilanza privata, che è fermo ormai dal 2015 e in provincia di Bergamo interessa oltre 300 lavoratori.
Tutto ciò avviene dopo una trattativa di rinnovo che si protrae da molto tempo e che ha visto, nel momento in cui sembrava essere arrivati a un accordo, grazie a un importante lavoro delle organizzazioni sindacali, una brusca rottura del tavolo contrattuale a marzo 2022. Le iniziative di sciopero intraprese in questi mesi, tra cui quello indetto per il 2 maggio e che ha visto partecipare migliaia di lavoratori del settore alla manifestazione unitaria svoltasi a Roma, hanno incontrato numerose difficoltà, tra cui quattro pronunciamenti contrari della Commissione di Garanzia che regola gli scioperi, in particolare rispetto ai lavoratori della vigilanza impiegati in ambito aeroportuale.
«L’aeroporto di Orio al Serio, al terzo posto per numero di passeggeri in transito a livello nazionale, dopo due anni di difficoltà determinate dalle restrizioni imposte dalla pandemia, fin da giugno del 2021 ha registrato una forte ripresa dei voli e del transito dei passeggeri – hanno dichiarato i sindacati -. I lavoratori e le lavoratrici della vigilanza privata, che si occupano di garantire la sicurezza dei passeggeri, lavorano oggi con ritmi estenuanti arrivando a turni di lavoro di oltre 10 ore, saltando sistematicamente i riposi e i permessi previsti dal contratto nazionale. A loro viene richiesta una professionalità sempre più alta, con competenze specifiche a fronte di un contratto e una retribuzione ferma al 2015».
A tal proposito Claudia Belotti, segretario generale della Fisascat Cisl di Bergamo, ha parlato di «sfruttamento delle difficoltà economiche di una parte del ceto medio, che sta guardando con sempre più preoccupazione all’avvicinarsi della soglia di povertà». «Sono molti coloro che sono sottoposti a flessibilità e reperibilità costante da parte dei propri datori di lavoro, che non di rado comunicano cambiamenti di turno con un anticipo di poche ore, spesso il giorno stesso e a turno già iniziato – ha dichiarato Mario Colleoni, segretario di Filcams Cisl -. Non è ammissibile che nel nostro Paese ci siano così tanti lavoratori con contratti collettivi spesso scaduti da anni e che, pur lavorando, sono poveri».