Italcementi a Milano, preoccupazione per i dipendenti "costretti" a diventare pendolari
I sindacati della nostra provincia perplessi: «Un conto è lavorare a Bergamo, un altro a cinquanta chilometri di distanza»
Italcementi se ne va dal Kilometro Rosso. Direzione: Milano. Al suo posto, nella bellissima sede in quel di Stezzano si insedierà la Brembo. Entrambe le aziende lo hanno annunciato mercoledì - 18 gennaio - ma il dubbio principale riguarda il destino degli oltre duecento dipendenti di Italcementi, che fa capo al gruppo tedesco HeidelbergCement e di cui prenderà parte del nome (Heidelberg Materials).
Come riporta L'Eco di Bergamo, una novantina di persone addette alle funzioni amministrative saranno trasferiti negli uffici di proprietà di Italcementi in via Divisione Tridentina, in città. Altri quindici addetti alla ricerca, invece, andranno entro l'estate alla cementeria di Calusco d'Adda.
Dall'1 novembre, infine, ci sarà il "trasloco" vero e proprio di circa 120 persone che lavorano alla direzione acquisti, alla direzione commerciale e a quella tecnica, agli affari legali, risorse umane, comunicazione, alla direzione aziendale e in Calcestruzzi. Loro andranno a Milano, nella zona Est.
Preoccupazione per i dipendenti
Gran parte dei lavoratori, circa novanta, abitano in Bergamasca e dovranno diventare per forza di cose dei pendolari. Questa nuova situazione ha preoccupato i sindacati: «Un conto è lavorare a Bergamo, un altro a cinquanta chilometri di distanza, considerata anche l'alta presenza di personale femminile», ha sottolineato Luciana Fratus di Fillea-Cgil Bergamo, intervistata dal quotidiano cittadino.
L'auspicio è quello i un confronto che possa chiarire «le modalità di trasferimento, in modo da poter incontrare i lavoratori per capire quali potrebbero essere le azioni da mettere in campo per ridurre al minimo il disagio del trasferimento», ha spiegato invece Simone Alloni, segretario generale della Filca-Cisl. «C'è preoccupazione - ha aggiunto Giuseppe Mancin della Feneal-Uil -. Si tratterà di capire come gestire il disagio di chi dovrà lavorare a Milano».