Frazione di Caravaggio

La ciminiera della Saint-Gobain a Vidalengo sarà più "pulita" grazie al fotovoltaico

L'obiettivo dichiarato è la decarbonizzazione entro il 2050. Nel 2025 annunciati altri investimenti per dieci milioni di euro

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L'imponente ciminiera della Saint-Gobain, che sovrasta la frazione di Vidalengo, a Caravaggio, già ora emette vapore acqueo. Ma, dall'anno prossimo, le emissioni del grande impianto che produce lana di vetro per l'edilizia - un efficientissimo isolante termico e acustico, peraltro quasi ignifugo - saranno ancora minori.

 

Tutto ciò grazie a un mega parco fotovoltaico da 70 mila metri quadrati che fornirà il venti per cento dell'energia necessaria a tenere "accesa" una delle fabbriche più energivore della zona e grazie a un ulteriore investimento a sei zeri, previsto per il 2025, per elettrificare l'enorme forno lungo 150 metri, funzionante a ciclo continuo. La mattina di sabato 19 ottobre, la multinazionale di Vidalengo ha aperto le porte a dipendenti e visitatori per il suo primo open day. L'occasione era il taglio del nastro del nuovo impianto fotovoltaico al servizio dell'azienda, che produce isolanti in lana di vetro per l'edilizia.

Un mega parco fotovoltaico

Il nuovo parco fotovoltaico si estende a nord dello stabilimento e a ovest della frazione di Caravaggio, arrivando a lambire per una porzione il territorio di Treviglio. Realizzato in collaborazione con Metlen, produrrà a regime 7,2 Gigawattora di energia pulita all'anno, cioè circa un quinto del fabbisogno energetico delle linee produttive del colosso vidalenghese, con una potenza di circa 4,65 megawatt.

Obiettivo decarbonizzazione entro il 2050

A spiegare i dettagli del progetto è stato Gaetano Terrasini, amministratore delegato della divisione italiana di Saint-Gobain (una multinazionale che 350 anni di storia alle spalle, fondata nel Seicento per la produzione degli specchi alla corte dei re di Francia). Il progetto si inserisce in un più vasto piano di decarbonizzazione che mira a rendere l'intero gruppo industriale «neutrale» quanto ad emissioni climalteranti.

«Si tratta di uno degli step che dobbiamo raggiungere come Saint-Gobain per la decarboniazzazione entro il 2050. Un percorso che abbiamo iniziato otto anni proprio qui a Vidalengo, che non a caso è uno dei fiori all'occhiello del gruppo, in Italia. Qui produciamo del resto lana di vetro, un materiale che è nobile di per sé, da materia prima per l'80% riciclata. Ma non solo: gli isolanti che produciamo, durante la loro vita, consentono di abbattere di molto i consumi energetici di abitazioni ed edifici pubblici».

La lana di vetro e la stufa da 150 metri

Processo non semplice, quello di ridurre le emissioni nella fase di produzione. La lana di vetro si produce a partire da sabbia e vetro di riciclo, che dev'essere fuso a 1.400°C in un'enorme fornace che lavora sette giorni su sette, giorno e notte. Poi, il vetro viene "filato" come fosse zucchero per produrre una fibra morbida e naturale. Prima di essere formata in pannelli o rotoli, viene poi ulteriormente cotta in un enorme forno lungo 150 metri, anch'esso a ciclo continuo, per procedere alla polimerizzazione della lana di vetro.

Dopo il parco fotovoltaico appena inaugurato, sarà proprio la stufa a essere reingegnerizzata, l'anno prossimo, all'interno di un piano di investimenti che per l'impianto di Vidalengo varrà nel 2025 10 milioni di euro. La stufa sarà elettrificata, riducendo ulteriormente la CO2 emessa dall'azienda attraverso il grande camino sempre in funzione, che è diventato ormai parte integrante dello skyline di Vidalengo. Si tratterà della prima stufa al mondo per la polimerizzazione della lana di vetro.

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