L'allarme del sindacato Fnp Cisl: «Il bonus anziani è insufficiente per Bergamo»
Il segretario generale Giacomo Meloni: «Su una platea di decine di migliaia di non autosufficienti, solo un centinaio potrà beneficiarne»
Del bonus anziani ne beneficeranno «solo un centinaio» in Bergamasca, su una «platea di decine di migliaia di non autosufficienti». Queste le parole di Giacomo Meloni, segretario generale di Fnp Cisl Bergamo, che analizza i numeri del nuovo assegno di assistenza per il quale è già possibile presentare domanda online. La misura è previste per gli ultra ottantenni, con un limite Isee di seimila euro e in «condizioni gravissime».
In cosa consiste il bonus anziani
Il bonus anziani sarà erogato in via sperimentale dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, ma soltanto chi possiederà determinati requisiti potrà accedere: età pari o superiore agli ottant'anni, un livello di bisogno assistenziale gravissimo (valutato agli atti dalla Commissione medico-legale dell'Inps), la titolarità dell'indennità di accompagnamento.
La misura, che sarà erogata con cadenza mensile, è finanziata con 500 milioni di euro (250 milioni per ogni anno), ma non ci sarà un clic day come avvenuto per altri bonus simili in passato. Man mano che si avranno i requisiti lungo l'anno, si potrà fare richiesta soltanto per via telematica dal portale dell'Inps. La dote attuale, spiega il segretario, basterebbe per sole venticinquemila persone l'anno: «Se le istanze dovessero essere superiori, questo potrebbe portare poi a una riduzione del contributo».
La cifra potrà essere usata per pagare cure e assistenze, oppure acquistare servizi ad esse legati. «È chiaro che con le risorse a disposizione non si può far fronte a tutte le esigenze della popolazione anziana, ma questa misura e il finanziamento stanziato rappresentano un affronto a quelle che sono le condizioni e i numeri della non autosufficienza», ha spiegato Meloni, che ha definito il bonus «un vero e proprio sgarbo per decine di migliaia di bergamaschi non autosufficienti».
«Per questa nuova prestazione, che in futuro avrebbe la velleità di sostituire l’indennità di accompagnamento, viene stanziato un finanziamento esiguo e non strutturale, avendo un orizzonte temporale di appena due anni, con un impatto sociale su una ridottissima platea di persone anziane non autosufficienti». Le risorse messe a disposizione, secondo il segretario, «non consentono grandi rivoluzioni nell'offerta di servizi». Cura e sostentamento rischierebbero così di rimanere «in carico alla famiglia e ai sempre minori aiuti che Comuni e Servizi territoriali riescono a mettere in campo».