Dati Confartigianato

Lavoro nero, in bergamasca ben cinquantamila i lavoratori impiegati nel comparto artigiano

«Una stima choc», l'ha definita Angelo Chiari dell'ufficio Artigiani della Cgil di Bergamo, a cui è necessario rispondere in maniera «vigorosa»

Lavoro nero, in bergamasca ben cinquantamila i lavoratori impiegati nel comparto artigiano
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Sarebbero ben cinquantamila i lavoratori in nero impiegati nelle varie attività produttive del comparto artigiano bergamasco. È quanto emerge dall'analisi realizzata dall'ufficio studi di Confartigianato, che getta luce sulla diffusione del lavoro sommerso nel comparto.

«Una stima choc», l'ha definita Angelo Chiari dell'ufficio Artigiani della Cgil di Bergamo, a cui è necessario rispondere in maniera «vigorosa, alleandosi tra soggetti sul territorio».

Una situazione giudicata «inaccettabile» per un territorio avanzato come quello bergamasco, dove i lavoratori in nero sono impiegati senza tutele, né formazione o informazione e – verosimilmente – con un rischio di infortunio più elevato. «Spesso, anche nelle nostre sedi, arrivano lavoratori che denunciano la loro situazione di precarietà e di sfruttamento – prosegue Chiari – ma quello artigiano è un mondo più difficilmente sindacalizzabile, caratterizzato da realtà piccole, a volte piccolissime dove il sindacato fatica a entrare».

La richiesta dell'ufficio Artigiani della Cgil è che venga avviata una collaborazione sotto la regia del Prefetto con Itl e Inps-Inail, enti e parti sociali, con l'obiettivo di creare un "Osservatorio della legalità" che analizzi il fenomeno e proponga azioni efficaci di contrasto al lavoro nero.

«Ha ragione Confartigianato quando riferisce che il fenomeno danneggia le aziende sane abituate a rispettare legalità e contratti sindacali. Noi aggiungiamo che il lavoro sommerso danneggia ancora prima i lavoratori, lasciandoli senza tutele e mettendoli a rischio. Dobbiamo contrastare con ancora maggior slancio, anche ideale, la parte sommersa di questo mondo. Solo così si potrà potenziare un sistema sano, produttivo e legale. Rispettoso delle leggi e dei contratti».

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