dati preoccupanti

Lavoro povero in Bergamasca: 50 mila persone guadagnano meno di 15 mila euro l'anno

L'allarme della Cisl dopo una nuova indagine sul lavoro povero nella provincia: le donne sono le più colpite, perlopiù impiegate nel settore terziario

Lavoro povero in Bergamasca: 50 mila persone guadagnano meno di 15 mila euro l'anno
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Una nuova indagine della Cisl di Bergamo lancia l'allarme sul lavoro povero nella provincia orobica. Sono circa 50 mila i lavoratori bergamaschi che vivono in condizioni di povertà lavorativa, con guadagni inferiori ai 15 mila euro all'anno. L'analisi, basata sui dati raccolti dal Caf provinciale, ha preso in esame oltre 130 mila dichiarazioni dei redditi, rappresentando circa un quarto delle dichiarazioni totali della provincia.

Le donne sono le più colpite

Il dato più preoccupante? L'80 percento di questi lavoratori sono donne. Si tratta perlopiù di lavoratrici impiegate nel settore terziario, con un'età compresa tra i 20 e i 50 anni, spesso nubili. Una fotografia che evidenzia come il problema della povertà lavorativa colpisca in modo sproporzionato l'universo femminile.

Entrando nel dettaglio dei numeri, delle oltre 11 mila dichiarazioni fiscali con reddito inferiore ai 15 mila euro analizzate, ben 9.419 appartengono a donne e solo 2.863 a uomini. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la maggioranza di questi lavoratori (78 percento) è nata in Italia. Il reddito medio si attesta appena sopra gli 8 mila euro annui, una cifra che fa riflettere sulla qualità della vita che può garantire.

Numeri che fanno riflettere

Interessanti anche le differenze per fasce d'età: mentre per gli uomini i redditi bassi riguardano principalmente i giovani sotto i 30 anni (il 46 percento del totale), per le donne la concentrazione maggiore si registra tra i 40 e i 60 anni (54 percento). Questo suggerisce che, mentre per gli uomini la situazione tende a migliorare con l'avanzare dell'età e dell'esperienza lavorativa, per molte donne la precarietà economica rimane una costante anche in età più matura.

Un altro dato significativo riguarda la situazione abitativa: il 40 percento di questi lavoratori a basso reddito vive in casa di proprietà, mentre tra i rimanenti solo il 10 percento vive in affitto.

La Cisl chiede interventi concreti

«I dati che emergono dal nostro osservatorio ci impongono di guardare alle realtà lavorative con lucidità e attenzione -  ha dichiarato Candida Sonzogni, segretaria Cisl Bergamo -. Anche se non conosciamo le storie individuali dietro questi numeri, possiamo affermare con certezza che esiste un problema di salari inadeguati, che colpisce in modo particolare le donne».

La sindacalista ha sottolineato come sia necessario intervenire su più fronti per garantire salari dignitosi: migliorare i contratti e il welfare, sviluppare una nuova politica dei redditi in modo «ragionato e concertato» e implementare politiche pubbliche che garantiscano pari opportunità nell'accesso a casa, istruzione e sanità.

Le proposte

Per combattere efficacemente precarietà e lavoro povero, la Cisl ha avanzato diverse proposte concrete. Innanzitutto, secondo il sindacato, occorre rinnovare l'attenzione al sistema di istruzione e formazione, potenziando le politiche attive orientate alla costruzione di competenze in linea con le richieste del mercato.

Allo stesso tempo, è fondamentale far applicare i contratti leader e maggiormente diffusi, contrastare i part-time involontari e aumentare le ispezioni contro false partite Iva, lavoro nero e cooperative spurie. Infine, è necessario eliminare i falsi tirocini extracurricolari che spesso mascherano rapporti di lavoro veri e propri.

«Il passaggio dalle sole tutele sul posto a quelle nel mercato del lavoro non è uno slogan ma un'esigenza sempre più centrale per affrontare le transizioni da scuola a lavoro e da un'occupazione all'altra» ha concluso Sonzogni.

Commenti
Angela

E questi con redditi inferiori a 15.000,00 euro non è che lavorano in nero?

Michele

Alla cisl vedo pensionati "volontari", perché?

Michele

Grazie CISL

Marino

Le proposte? Andare all'estero è l'unica soluzione. Altro livello.

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