Le imprese attive nella Bergamasca crescono dello 0,3% rispetto al primo trimestre del 2020
Rispetto al 2020 si evidenzia una migliore dinamica demografica complessiva d’impresa su base trimestrale
Rispetto al 2020 nella Bergamasca si registra un miglioramento nella dinamica demografica complessiva d’impresa, che segna una ripresa: nel complesso, secondo quanto diffuso dalla Camera di Commercio, il primo trimestre del 2021 si è chiuso con 94.006 sedi registrate in provincia. Un aumento dello 0,3% rispetto al primo trimestre dell’anno scorso.
I dati di flusso mostrano però un calo su base tendenziale: le nuove iscrizioni sono 1.721 (+13,7% su base annua), mentre le cessazioni sono 1.737 (di cui 1.724 non d’ufficio) con un calo pari al 16,7% su base annua, per un saldo negativo di 16 unità.
Confrontando il periodo che va da marzo del 2020 a marzo del 2021 con i dati dell’anno precedente, Unioncamere stima che siano 63 mila le mancate iscrizioni a causa del Covid, che per Bergamo si traduce con 991 imprese in meno. Rispetto al primo trimestre dell’anno scorso, il tasso di natalità è in crescita mentre il tasso di mortalità è in diminuzione, probabilmente per via dello stato di emergenza. Le iscrizioni sono quindi aumentate e le cessazioni hanno subito una battuta d’arresto, ma queste ultime potrebbero realizzarsi in tempi successivi.
La fotografia dei diversi settori
Nella Bergamasca le aziende di servizi rappresentano il 38,2% di quelle attive, seguite dal commercio (22,4%), dalle costruzioni (20,7%) e dalla manifattura (12,8%). Inoltre, in relazione al primo trimestre del 2020, i servizi sono cresciuti dell’1,3% su base annua, mentre il dato delle costruzioni resta invariato e calano la manifattura dell’1,4% su base annua, il commercio dello 0,1% su base annua e l’agricoltura dello 0,3% su base annua.
Le imprese individuali, come risulta dalla tendenza in atto negli ultimi 10 anni, risulta la forma giuridica maggiormente diffusa in provincia, con un’incidenza pari al 52,9% sul totale delle aziende attive. Seguono le società di capitali con il 29,5%, le società di persone con il 15,4% e le altre forme giuridiche, ferme al 2,2%. In relazione allo stesso trimestre dell’anno scorso, le società di capitali registrano però la crescita maggiore, pari al 2,3%. Sono, invece, in flessione negativa le società di persone (-2,1%) e le altre forme giuridiche (-0,2%).
Sul totale di 84.076 imprese attive, quelle straniere rappresentano una fetta dell’11,1%, mentre quelle femminili, ossia quelle con una partecipazione femminile maggioritaria, rappresentano il 20,2%. Infine, le imprese giovanili sono l’8,2 per cento di quelle ad oggi attive.
Le imprese artigiane
A marzo del 2021 sono 29.996 le imprese artigiane registrate. Le nuove iscrizioni sono 675 (-2,5% su base annua) e le cessazioni sono 770 ( -7,7% su base annua). Le imprese artigiane attive sono, invece, 29.926 e riportano, in relazione al primo trimestre dell’anno scorso, una perdita di 119 posizioni con una variazione tendenziale pari a -0,4%.
Il maggior numero d’imprese artigiane attive si concentrano nell’ambito delle costruzioni (13.381 pari al 44,7% delle imprese attive totali), dei servizi (8.268 pari al 27,6%), della manifattura (6.610 pari a 22,1%) e del commercio (1.542 pari al 5,2%). Il 74,1% delle imprese artigiane sono imprese individuali. Seguono le società di persone (15,5%), le società di capitali (10,3%) e i consorzi (0,04%).