Maier, indiscrezione confermata: consegnate le prime lettere di licenziamento
La Fiom-Cgil di Bergamo: «Ancora attiva l'interlocuzione con la Regione e la speranza di una cessione, ma l’azienda resta sorda»
L'indiscrezione che avevamo pubblicato alcuni giorni fa ora è, purtroppo, una certezza: le prime lettere di licenziamento sono arrivate ai lavoratori della Maier Cromoplastica di Verdellino, azienda metalmeccanica basca che lo scorso luglio aveva annunciato la volontà di cessare l'attività dopo settimane di scioperi e presidi da parte dei novantadue dipendenti (ora ottantadue).
Cgil Bergamo – insieme a Regione e Mise – si era tempestivamente mobilitata per trovare soluzioni alternative, condannando le modalità di chiusura scelte dalla multinazionale basca (a cui Maier fa capo) nonché l'opposizione al periodo di cassa integrazione straordinaria proposta da Regione Lombardia.
«Ci risulta sia ancora attiva l'interlocuzione fra la Regione e la IMR Industries, che ha presentato una manifestazione d'interesse per Maier, e dunque nutriamo ancora un filo di speranza per una conclusione diversa della vicenda – ha commentato Vittorio Tornaghi della Fiom-Cgil Bergamo riguardo alla possibile acquisizione dell'azienda –. Certo, quello che è chiaro è l'atteggiamento intransigente della società basca, che resta sorda a ogni proposta che tenti di salvare i posti di lavoro».
Dopo il tavolo tra la Meier e probabile acquirente e le assemblee con le lavoratrici e i lavoratori dell'azienda, il sindacalista ha confermato che in queste ore stanno effettivamente arrivando le prime lettere di licenziamento. Fiom-Cgil – spiega Tornaghi – si è già attivata per agevolare la presentazione delle domande Naspi «e non far perdere ulteriori soldi e occasioni lavorative ai dipendenti, che sarebbero ancora legati all'azienda se solo si fosse attivata la cassa integrazione straordinaria, come richiesto dalle parti sociali e dalle istituzioni».
Sull'argomento ricollocazione, Cgil spiega: «Abbiamo appreso dalla stampa locale la notizia, che ovviamente non ci trova contrari. Ci sorprende molto, però, il protagonismo di Confindustria Bergamo che fino a ora aveva rinunciato a svolgere un qualche ruolo di rilievo per provare a salvaguardare l'occupazione in un'azienda storica del territorio bergamasco. Oggi, sulla stampa, si propone come soggetto chiave per la ricollocazione dei lavoratori senza, a nostro giudizio, aver provato fino a ora a tutelarne davvero gli interessi».