Maier di Verdellino, i lavoratori verranno retribuiti ma zero aperture sulla cassa integrazione straordinaria
Arriva una piccola buona notizia, ma è solo una mini consolazione: la proprietà intende smantellare gli impianti in tempi rapidi
Non è molto, ma rimane pur sempre una buona notizia per i lavoratori della Maier Cromoplastica di Verdellino. Diversamente da quanto deciso dall’azienda in un primo momento, dal prossimo lunedì, il 30 agosto, i lavoratori non più necessari - e sarebbero la maggior parte - resteranno a casa retribuiti fino a nuovi sviluppi. In questo modo non dovranno utilizzare ferie e permessi retribuiti per coprire il fermo di produzione.
La piccola, buona notizia è arrivata dall’incontro di oggi, venerdì 27 agosto, tra rappresentanti sindacali e proprietà. Dopo la pillola buona, è arrivata però anche quella cattiva. All’orizzonte non si vede, infatti, alcuna apertura sull’utilizzo della cassa integrazione straordinaria, fortemente voluta dai sindacati. L’azienda resta ferma sulla volontà di concludere al più presto l’attività di Verdellino e non intende prorogare oltre i contratti.
Per la rapidità con la quale la situazione sta tracollando (l’annuncio della chiusura è del luglio scorso), Vittorio Tornaghi di Fiom-Cgil esprime, a nome del sindacato, «preoccupazione per la volontà di smantellare gli impianti in tempi rapidi, dato che una decisione simile precluderebbe ogni possibilità di cessione dell'azienda. Proprio per questo abbiamo chiesto alla Maier di posticipare il più possibile l'inizio dei lavori di smantellamento. Su questo fronte abbiamo sempre ottenuto un fermo rifiuto. Probabilmente i tempi lunghi necessari alla bonifica ci aiuteranno a prorogare la chiusura, ma senza un intervento forte e concreto anche da parte della politica, a partire dal tavolo che sarà aperto in Regione, trovare una alternativa alla chiusura degli impianti sarà davvero difficile a queste condizioni».
La speranza sembra quindi legata a un filo, che la proprietà è determinata a recidere al più presto. Ai sindacati resta il tentativo di strappare condizioni che rappresentino il “meno peggio” per i tanti lavoratori coinvolti. L’ultimo appello di From-Cgil è che «la politica intervenga per guadagnare tempo e trovare un acquirente».