Maier di Verdellino, parlamentari bergamaschi del Pd: «Evitare la liquidazione, gli ammortizzatori sociali ci sono»
Gli esponenti dem chiedono un coordinamento tra Regione, Provincia e Confindustria per evitare di lasciare a casa i lavoratori
«L’incontro con il presidente Gandolfi e suoi tecnici, a cui va il nostro ringraziamento, insieme alle rappresentanze sindacali, istituzionali, di Confindustria e i liquidatori incaricati dall’azienda Maier, è stata l’occasione per chiedere agli attuali proprietari un atteggiamento di maggior responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici»: così sono intervenuti in una comunicazione i parlamentari del Pd Elena Carnevali, Antonio Misiani e Leyla Ciagà a margine del tavolo tra istituzioni, sindacati e liquidatori della spagnola Mondragon tenutosi oggi (lunedì 18 luglio) nella sede della Provincia per evitare il licenziamento dei suoi 92 dipendenti. All'esterno della sede, in via Tasso, alcuni dipendenti dell'azienda hanno dato vita a un presidio.
Secondo quanto riferito dagli incaricati della proprietà, si incomincerà la dismissione delle attività dalla fine di questo mese e a settembre dovrebbe rientrate in azienda solo il personale amministrativo e della manutenzione.
«Serve innanzitutto che vengano esperite tutte le possibilità di vendita o cessione o riconversione produttiva dell’azienda prima della messa in liquidazione – hanno aggiunto gli esponenti dem -. I 70 giorni di margine temporale, dato dai liquidatori come tempo massimo tra la fine della produzione a luglio e agosto per l’utilizzo delle ferie, non sono sufficienti per la verifica di eventuali aziende interessate all’acquisto. Per questa ragione è necessario che nella sede dell’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Lombardia insieme a quello del Lavoro, si proceda velocemente ad un incontro con la Provincia e Confindustria, che hanno dato la loro disponibilità».
I parlamentari bergamaschi hanno anche assicurato che andranno avanti con la presentazione dell’interrogazione sulla vicenda e la verifica nelle sedi nazionali, nonostante la situazione attuale di crisi politica. «Privare il territorio di Zingonia di un altro pezzo di manifatturiero e licenziare i lavoratori e le lavoratrici, che in questi anni hanno fornito alla Maier disponibilità e competenze, sarebbe molto grave – hanno concluso i parlamentari bergamaschi nella nota -. C’è davvero bisogno di responsabilità, innanzitutto verso di loro. L’uso degli ammortizzatori può consentire sia di garantire maggiori tutele sia di avere più tempo per la verifica reale di queste possibilità».
Intanto, però, secondo i sindacati i rappresentanti dell'azienda non hanno dimostrato aperture ma hanno anzi confermato la loro linea: già al rientro dalle ferie i lavoratori e le lavoratrici della Maier potrebbero trovarsi senza lavoro. «Il no su tutta la linea dell'azienda - commenta Vittorio Tornaghi, Fiom Cgil - rischia di impedire di fatto qualunque possibilità di salvataggio. Rallentare l'apertura della mobilità o, meglio, garantire un anno di cassa integrazione avrebbe concesso ad eventuali investitori interessati il tempo di valutare l'azienda, ed eventualmente deciderne l'acquisto. È chiaro che se il tempo è limitato a due mesi, per di più estivi, la cosa da difficile rischia di diventare impossibile. Chiediamo che la politica si attivi concretamente per salvare quasi 100 posti di lavoro».