Il terzo in quattro mesi

Martedì 1 giugno sciopero del trasporto pubblico. Presidio in via XX Settembre

Dalle 10 alle 12 sindacati davanti al palazzo di Regione Lombardia in centro a Bergamo. Si chiede il rinnovo del contratto nazionale

Martedì 1 giugno sciopero del trasporto pubblico. Presidio in via XX Settembre
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Da tre anni e mezzo i lavoratori del trasporto pubblico locale chiedono il rinnovo del contratto nazionale. Per questa ragione i sindacati hanno proclamato per martedì 1 giugno il terzo sciopero nazionale in appena quattro mesi.

La mobilitazione durerà 24 ore e segue le prime due proteste dell’8 febbraio e del 26 marzo. Per quel che riguarda nello specifico la Bergamasca martedì i lavoratori, in particolar modo quelli delle maggiori aziende del settore come Atb, Teb, Arriva e Locatelli, si riuniranno dalle 10 alle 12 in un presidio di fronte al palazzo di Regione Lombardia, in via XX Settembre.

«Oltre a rivendicare il contratto nazionale saremo in presidio anche per un recente peggioramento nei rapporti con le aziende territoriali - commentano i sindacalisti Aniello Sudrio (Filt-Cgil) e Pasquale Salvatore (Fit-Cisl) -. Dopo la firma dell’accordo tra Confindustria e sindacati per la somministrazione dei vaccini nelle aziende, abbiamo registrato un certo disinteresse del settore del trasporto pubblico bergamasco di fronte alla possibilità di vaccinare i propri dipendenti: questo atteggiamento non ci è piaciuto».

Un ulteriore problematica è la sicurezza del personale in servizio di notte, soprattutto per le donne, ma anche per chi opera nella stazione Teb. Da tempo, infatti, sono presenza fissa tra le pensiline gruppi di ragazzi che giocano a calcio, anche sulle rotaie, con rischi elevati nelle fasi di manovra dei mezzi. «Nell’area sono presenti le forze di polizia – aggiungono i sindacalisti -, ma sarebbe opportuno che l’azienda impiegasse guardie giurate per presidiare la stazione».

Le richieste per il rinnovo contrattuale

Rispetto alla vertenza, i sindacati ritengono prioritaria «la chiusura economica del triennio 2018-2020 senza introdurre ulteriori argomentazioni, attraverso un accordo ponte, utile per avviare l’urgente e indispensabile percorso di rinnovo anche normativo».

È necessario che il nuovo contratto nazionale introduca meccanismi che obblighino il rispetto dei tempi di rinnovo, rivedano la classificazione del personale, ponendo attenzione a giovani e ai neo assunti e definire norme a tutela del personale non idoneo che ne consentano il ricollocamento. Ma anche normare lo smart working, migliorare la qualità del lavoro e garantirne la sicurezza e aggiornare l’esigibilità della contrattazione di secondo livello nel rispetto degli attuali assetti contrattuali.

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