Mercato del lavoro 2022, in Bergamasca quasi 28 mila giovani non studiano né lavorano
I timori sono per la fascia 19-25 anni, nella quale il 16,3 per cento ha rinunciato sia a formarsi che a trovare una professione
Secondo l’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro, da gennaio a settembre 2022 il lavoro dipendente nella Bergamasca è aumentato di 8.541 posizioni lavorative, con 114.452 assunzioni e 105.911 cessazioni. Si tratta di un incremento occupazionale robusto, che consolida la crescita avvenuta nel 2021 col rimbalzo dalla crisi sanitaria causata nel 2020 dal Covid.
Il saldo positivo è maturato in un contesto di forte intensità dei flussi in entrata (+15,2 per cento la variazione tendenziale delle assunzioni) e in uscita (+22,1 per cento le cessazioni) dal mercato del lavoro, in condizioni di continua difficoltà delle imprese nel reperimento di nuovo personale.
Nel terzo trimestre (luglio-settembre), le assunzioni hanno rallentato (35.832, +0,5 per cento su base annua) a fronte di un aumento delle cessazioni (37.777, +10,2 per cento). Ne è conseguito un bilancio trimestrale in negativo (-1.945 posizioni). Tenendo conto del risultato dei primi nove mesi e delle prospettive della congiuntura economica, si può prevedere che il 2022 si chiuderà, nonostante la dinamica degli ultimi mesi e il peggioramento delle aspettative, con una crescita media ancora consistente dell’occupazione dipendente in Provincia.
L’Osservatorio monitora i numeri dei Neets
La Provincia di Bergamo ha iniziato a porre la propria l’attenzione anche sul tema dei cosiddetti Neets, giovani (generalmente tra i 15 e i 29 anni di età) che non lavorano né sono inseriti in percorsi di istruzione o formazione.
Secondo i dati pubblicati nelle scorse settimane, nel 2021 in provincia di Bergamo i Neets sono pari al 16,3 per cento dei giovani tra i 15 e i 29 anni di età, che corrisponde in valore assoluto a poco meno di 28 mila giovani su un totale di 171 mila residenti in Provincia, una quota in netto calo rispetto all’anno precedente, ben lontana dal dato medio nazionale (23,1 per cento) e migliore di un paio di punti di quello regionale (18,4 per cento). In Lombardia si registra un peggioramento anche nel 2021, a differenza di quanto si verifica nelle macro-aree territoriali (Nord, Centro, Mezzogiorno e nella media nazionale) nelle quali, dopo l’impennata nel periodo Covid, i Neets si riducono.
Nel 2021 sono infatti 27.963 i Neets bergamaschi, in calo dai 31.567 del 2020, livello record segnato dal Covid, ma ancora a livelli lievemente superiori rispetto al periodo pre-Covid (24.444 nel 2019). I disoccupati (o inoccupati, cioè in cerca di un primo lavoro) in senso stretto tra i 15 e i 29 anni risultano più che dimezzati nel 2021: 3.946 in confronto ai 9.468 circa del 2018. I giovani che non lavorano né cercano attivamente lavoro e non partecipano a corsi di istruzione o formazione (19.104 nel 2018, pari a due terzi dei Neets) salgono a 25.424 nell’anno della pandemia, per poi ridursi lievemente Nel 2021 a 24.017.
Nel 2021, inizialmente ancora condizionato dagli strascichi della crisi Covid, la disoccupazione giovanile viene in buona parte riassorbita e si riduce anche in misura modesta la platea di soggetti tra 15 e 29 anni che non studiano né frequentano attività di formazione. Gli inattivi “non Neets”, diminuiti di circa tremila giovani tra 2019 e 2020, sono nel 2021 oltre cinquemila in più (73.940) e rappresentano il 43,1 per cento dell’intera popolazione giovanile.