Mercato del lavoro stabile nella Bergamasca, dopo la riduzione di licenziamenti e dimissioni
Crescono i contratti a tempo parziale, intanto c'è una contrazione del manifatturiero. Rimane incertezza per i dazi

Grafici dal report dell'Osservatorio mercato del lavoro della Provincia
Continua a crescere il mercato del lavoro dipendenti in Bergamasca, anche se rallentano gli avviamenti: a dirlo è l'Osservatorio del mercato del lavoro della Provincia di Bergamo che mostra, nell’ultimo triennio, una crescita su base annuale di 6.517 dipendenti. A commentare i dati è il segretario provinciale Cisl, Luca Nieri.
Diminuiscono licenziamenti e dimissioni
Questo anche se, nell’ultimo trimestre, la crescita è dovuta al saldo tra assunzioni e dimissioni: sono diminuiti i licenziamenti e le dimissioni volontarie, con un incremento delle trasformazioni a tempo indeterminato, segnale abbastanza evidente della difficoltà delle imprese a recuperare manodopera qualificata. Sul rallentamento dei flussi, sicuramente pesano le turbolenze dell’economia, sia per difficoltà nel comparto manifatturiero e dell’industria che per gli elementi geopolitici degli ultimi mesi.
Crescono contratti a tempo parziale
Crescono i settori di commercio, logistica, imprese pulizie, turismo, e l’edilizia, quest’ultima spinta soprattutto dall’edilizia privata e residenziale. Risulta evidente la crescita dei contratti a tempo parziale, a chiamata o intermittenza, tipologia questa che si presta alle crescita del commercio e del turismo. Nella dinamica dei nuovi inserimenti, i lavoratori stranieri diventano centrali. L’industria registra una inversione di tendenza, dopo anni di perdita d’occupazione, anche se nel primo trimestre c’è stato un aumento della cassa integrazione.
«L’elemento che va evidenziato - ha dichiarato Nieri - è l’applicazione dei contratti di lavoro siglati da Cgil, Cisl e Uil, che sono la prevalenza dei contratti firmati, il 95,8 per cento del totale, a dimostrazione della garanzia delle tutele e retribuzioni, evitando l’applicazione di contratti pirata che portano al dumping contrattuale. Il grosso livello di estensione dell’applicazione è il segnale forte di autorevolezza e radicamento del sindacato nella nostra provincia: sempre di più deve portare alla qualificazione del lavoro, con contratti equi e giusti e non puntando a competitività legate al costo del lavoro».
L’ultimo report della provincia, per il sindacato, evidenzia come sempre più le aziende si affidino a una costruzione interna delle competenze e professionalità necessarie, conseguenza della povertà di offerta del mercato per le competenze richieste. «Ne esce quindi un quadro complesso, che si intreccia con l’evoluzione del tessuto bergamasco, orientato verso attività di commercio, logistica e turismo, e una contrazione momentanea del manifatturiero, più sottoposto alle turbolenze internazionali, per la vocazione all’export delle nostre imprese. I dazi rimangono un elemento di forte incertezza per le previsioni».