Migliora la produzione artigiana in Bergamasca, industria col segno meno su base annua
Secondo l'analisi della Camera di Commercio di Bergamo, a pesare è soprattutto l'incertezza internazionale dovuta ai dazi

Migliora leggermente la produzione per l'artigianato bergamasco, mentre per l'industria rimane negativa su base annua, crescendo poco su base trimestrale. A pesare, come evidenzia il report periodico della Camera di Commercio di Bergamo diffuso oggi (lunedì 11 agosto), è l'incertezza internazionale dovuta in particolare alle contrattazioni per gestire i dazi americani.
«Nella variazione congiunturale positiva della produzione si intravede un spiraglio di ripresa per la manifattura bergamasca, più lenta nell’industria, più decisa nell’artigianato che mostra un incremento consistente» ha commentato il presidente della Camera di Commercio, Giovanni Zambonelli.
«Gli imprenditori manifatturieri della provincia di Bergamo manifestano però una forte preoccupazione a fronte dell’ingombrante incertezza sulla domanda estera e si iniziano già a percepire i primi effetti negativi sugli investimenti internazionali. Tale situazione ha già comportato dei costi per le imprese industriali, penalizzate da un atteggiamento di maggiore prudenza».
Meglio l'artigianato, fatica l'industria
Il secondo trimestre 2025 vede un generale rasserenamento degli indicatori congiunturali della manifattura bergamasca, dopo la situazione più difficile che aveva caratterizzato i primi tre mesi dell’anno: nell’industria la variazione della produzione industriale risulta ancora lievemente negativa su base annua (-0,2 per cento), ma su base trimestrale il dato evidenzia un timido ritorno alla crescita (+0,3 per cento).
Per l’artigianato, l’incremento produttivo è invece consistente sia nel confronto annuo (+2,7 per cento) sia in quello trimestrale (+0,6 per cento). Il miglioramento era d’altronde stato anticipato dalle imprese, che nella scorsa rilevazione avevano evidenziato un recupero della fiducia e una dinamica positiva degli ordini. Tale ottimismo sembra venire meno nei dati più recenti, con le aspettative che tornano in area negativa per la maggior parte degli indicatori.
A pesare è soprattutto l’incertezza sulla domanda estera (l’indagine è stata realizzata prima dell’accordo sui dazi raggiunto il 27 luglio tra Ue e Usa), che ha già avuto effetti negativi sugli investimenti internazionali, penalizzando alcuni comparti chiave della manifattura bergamasca.
Industria, calo del fatturato e stallo ordinazioni
Nel secondo trimestre 2025, le imprese dell’industria attive in provincia di Bergamo (con almeno dieci addetti) hanno dichiarato un lieve calo della produzione industriale rispetto ai livelli dell’anno precedente (-0,2 per cento). Il dato segnala comunque un miglioramento rispetto alla caduta marcata del primo trimestre (-2 per cento), come confermato anche dalla variazione congiunturale, ossia calcolata rispetto al trimestre precedente, che evidenzia un ritorno, per quanto modesto, alla crescita (+0,3 per cento dopo il -0,4 per cento dei primi tre mesi).
Al netto delle oscillazioni trimestrali, l’andamento dell'indice della produzione evidenzia una sostanziale stabilità nell’ultimo anno, seguita alla fase calante del biennio 2022-2023. Il dettaglio settoriale, da considerare con cautela per via della ridotta significatività statistica, evidenzia un dato ancora negativo per la meccanica, il comparto più rilevante dell’industria bergamasca in termini dimensionali: uno dei principali effetti della forte incertezza della situazione internazionale è infatti la riduzione degli investimenti delle imprese e, conseguentemente, degli acquisti in macchinari.
A differenza della produzione, il fatturato risulta ancora in flessione (-0,2 per cento congiunturale), pur attenuando il calo rispetto al trimestre precedente (-0,5 per cento); la quota di fatturato estero mostra un ulteriore ripiegamento (37,5 per cento), toccando il valore più basso dell’ultimo anno e mezzo.
In sostanziale stallo gli ordini (+0,1 per cento congiunturale) dopo due trimestri di crescita, con una dinamica piatta che accomuna il mercato interno e quello estero: tale elemento incide probabilmente sul peggioramento del clima di fiducia degli imprenditori. Le valutazioni sulle scorte mostrano un saldo lievemente positivo tra giudizi di eccedenza e scarsità (+2,2 punti), confermando i livelli del primo trimestre.
Sul fronte dei prezzi prosegue la dinamica contenuta dei listini, con una lieve accelerazione per i prodotti finiti (+1,4 per cento) e un rallentamento per le materie prime (+1,4 per cento). L’occupazione mostra una leggera crescita nel trimestre, con un saldo del numero di addetti tra inizio e fine periodo pari al +0,3 per cento. Al netto degli effetti stagionali, i livelli occupazionali dell’industria mostrano un andamento sostanzialmente stabile, a conferma della resilienza del settore nonostante il prolungarsi del periodo di stagnazione produttiva.
Dopo aver anticipato il miglioramento della produzione nel secondo trimestre, le aspettative degli imprenditori tornano in territorio negativo: il saldo tra previsioni di aumento e diminuzione per la produzione del prossimo trimestre è pari a -3 punti percentuali, con la maggior parte delle imprese (55 per cento) che prevede una situazione di stabilità. I saldi assumono segni negativi e in peggioramento anche per la domanda interna (-12 punti) e quella estera (-2 punti), mentre le aspettative sull’occupazione rimangono orientate in senso positivo (+ 5 punti).
Artigianato, aumento dei guadagni e dell'occupazione
Le imprese dell’artigianato manifatturiero bergamasco (con almeno tre addetti) confermano, rispetto a quelle industriali, un andamento più positivo della produzione, che nel secondo trimestre si rafforza archiviando una variazione su base annua pari al +2,7 per cento. La successione delle variazioni su base trimestrale evidenzia un progressivo consolidamento registrato a partire dalla seconda metà del 2024, raggiungendo nel secondo trimestre 2025 un incremento congiunturale del +0,6 per cento. Il numero indice raggiunge quota 122,6, in linea con i valori di inizio 2023.
Anche il fatturato mostra un miglioramento significativo (+1,1 per cento congiunturale), sostenuto dalla dinamica positiva dei prezzi di vendita (+2,1 per cento), sebbene i costi delle materie prime restino su ritmi di marcia più elevati (+3,1 per cento) mantenendo sotto pressione i margini. Gli ordini crescono dello 0,6 per cento congiunturale, proseguendo una tendenza moderatamente positiva in corso dalla fine del 2024: su base annua l’incremento raggiunge così il +3,4 per cento.
Le valutazioni sulle scorte di prodotti finiti sono caratterizzate da una prevalenza di indicazioni di scarsità rispetto a quelle di eccedenza, con un saldo (-4,9 punti) che conferma il valore registrato nel primo trimestre. Ancora positivo il dato sul fronte occupazionale, che registra una variazione del numero di addetti tra inizio e fine trimestre pari al +0,4 per cento. L’andamento di fondo si conferma in crescita, con un’accelerazione nell’ultimo periodo.
Nonostante il miglioramento degli indicatori congiunturali, le aspettative degli imprenditori artigiani per il prossimo trimestre restano negative, con l’eccezione di quelle sull’occupazione che archiviano un saldo nullo tra previsioni di crescita e diminuzione. Le altre variabili evidenziano saldi negativi prossimi ai -20 punti per quello che riguarda produzione e domanda interna, mentre il valore risulta più contenuto per la domanda estera (-4 punti), che risulta però poco rilevante per l’artigianato, visto lo scarso peso del fatturato direttamente proveniente dai mercati internazionali (pari al 6 per cento circa).