Molti negozianti e ristoratori bergamaschi non vanno in ferie per recuperare le perdite
Città Alta rimarrà aperta anche ad agosto per approfittare del flusso di turisti. Nel resto del capoluogo molti andranno in vacanza

Mentre i bergamaschi si preparano a partire per le vacanze estive, anche i commercianti di città e provincia si concedono un po’ di riposo: secondo l'indagine condotta da Confcommercio Bergamo, durante le settimane centrali di agosto la metà delle attività commerciali e il quaranta per cento di bar e ristoranti chiuderanno, fatta eccezione per le zone di villeggiatura e Città Alta, nel pieno della stagione turistica.
Città Alta rimane aperta
La mappa delle chiusure presenta scenari differenti a seconda delle zone. Città Alta, come facilmente prevedibile, mantiene un'alta operatività: il novanta per cento delle attività di ristorazione e turismo rimarrà aperto, insieme all'ottanta per cento dei negozi, per servire i numerosi visitatori. Nel centro di città bassa la situazione cambia: chiuderà il cinquanta per cento della ristorazione e il 55 per cento dei negozi. Totalmente operativi invece i comprensori delle valli bergamasche e dei laghi, pronti ad accogliere il flusso turistico nel momento clou della stagione estiva.
Il momento di massima chiusura si concentrerà tra il 15 e il 18 agosto, con un periodo critico che si estenderà da mercoledì 14 a venerdì 23 agosto. La durata media delle ferie sarà di sei-sette giorni, ma non mancheranno i più fortunati che si concederanno pause di dieci giorni o due settimane, con alcuni che prolungheranno il riposo fino alla Festa di Sant'Alessandro.
Incrementano le chiusure ad agosto
«Quest'anno dovrebbe confermarsi la tendenza evidenziatasi a partire dal 2020, che porta a maggiori chiusure in agosto - spiega Oscar Fusini, direttore di Confcommercio Bergamo -. Dal 2010 al 2019 registrammo una tendenza opposta, con il picco delle aperture per la presenza di molti bergamaschi nel capoluogo orobico. Le ragioni del cambiamento sono legate alle ferie dei bergamaschi, che dopo la pandemia svuotano maggiormente le città».
Il fenomeno si spiega anche con i cambiamenti nelle abitudini vacanziere: nonostante i costi elevati delle vacanze ad agosto, molti bergamaschi optano per la seconda casa in montagna, nelle valli, o per le gite giornaliere ai laghi. L'incremento delle chiusure ad agosto è legato anche alle difficoltà della stagione: «Il settore ha perso un mese, quello di giugno, in cui clienti e addetti hanno rinunciato a partire causa rovesci e maltempo - continua Fusini -. Già a luglio si sono registrate chiusure per ferie superiori all'anno scorso».
Ristoranti e negozi divisi tra riposo e recupero perdite
La ristorazione adotta una strategia diversa: chiuderà meno per puntare sul turismo, rinunciando alla tradizionale pausa di settembre, nella speranza di recuperare i mancati incassi della primavera, quando i dehors non hanno potuto lavorare a causa del maltempo. I negozianti si trovano di fronte a un difficile equilibrio: da un lato la necessità di continuare il recupero delle vendite dopo le perdite primaverili, dall'altro il bisogno di concedersi il riposo e smaltire le ferie del personale accumulate nei mesi precedenti.
«Il commercio viene da mesi difficili e vive il dilemma tra la necessità di recuperare le vendite e il bisogno di concedersi il meritato riposo» conclude il direttore di Confcommercio, evidenziando come le ferie non godute rappresentino anche un costo aggiuntivo per le attività.