Niente limiti dai Comuni agli affitti brevi: la sindaca di Bergamo Carnevali lancia l'allarme
Importante tutelare Città Alta dopo la sentenza del Consiglio di Stato che impedisce alle Amministrazioni di regolamentare il fenomeno. E il Pd...

«Tutelare Città Alta per salvaguardare l'identità di Bergamo». È l'appello della sindaca Elena Carnevali dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato che ha tolto ai Comuni la possibilità di limitare gli affitti brevi turistici gestiti in forma non imprenditoriale.
Il fenomeno a Bergamo
Bergamo vive una situazione emblematica: negli ultimi anni la città ha visto moltiplicarsi gli alloggi destinati al turismo, con Città Alta particolarmente colpita dal fenomeno, mettendo a rischio l'equilibrio tra vocazione turistica e residenzialità del quartiere simbolo della città.
«Negli ultimi anni a Bergamo abbiamo assistito a una crescita costante delle locazioni turistiche, in particolare in Città Alta. Questo fenomeno ha certamente contribuito a valorizzare l'attrattività turistica della nostra città con tutti i benefici indotti, ma ci impegna ormai da tempo alla necessità di trovare un equilibrio tra residenzialità e accoglienza», ha dichiarato la sindaca.
Una sentenza che cambia tutto
La sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che affittare un appartamento per brevi periodi a turisti è un diritto del proprietario che i Comuni non possono limitare.

Carnevali spiega così il problema: «A rendere più difficile la possibilità di regolamentazione è la recente sentenza del Consiglio di Stato, che interviene su un punto centrale: secondo i giudici, la locazione turistica in forma non imprenditoriale non è considerata attività ricettiva. Di conseguenza, non può essere regolamentata dai Comuni né essere sottoposta a limiti o vincoli locali».
In pratica, i proprietari potranno affittare le loro case ai turisti senza chiedere permessi al Comune, e le amministrazioni locali non avranno modo di regolamentare questo fenomeno.
Il rischio per Città Alta
La preoccupazione principale riguarda la possibile trasformazione di Città Alta, il cuore storico di Bergamo, da quartiere abitato a zona esclusivamente turistica.
«Questo principio, seppur giuridicamente fondato, rischia di svuotare di efficacia ogni tentativo da parte dei Comuni di tutelare i propri quartieri storici, soprattutto in contesti delicati come quello di Città Alta, dove si rischia la trasformazione di un quartiere abitato», ha sottolineato Carnevali.
La sindaca ha anche ricordato che era in corso un dialogo con Regione Lombardia, purtroppo sospeso a causa del ricorso del Governo contro una legge simile della Regione Toscana.
L'impegno del Comune
Nonostante le difficoltà, la sindaca non intende arrendersi: «Tuttavia, le amministrazioni comunali non possono rinunciare alla possibilità di governare il fenomeno che consente di tutelare la qualità della vita dei residenti e del turismo stesso».
Carnevali ha promesso di continuare a lavorare con l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani per ottenere dal Governo e dalle Regioni gli strumenti necessari per regolamentare il fenomeno, «almeno nelle aree di particolare pregio storico sottoposte a una pressione crescente sul patrimonio abitativo e sull'identità sociale».
«Il nostro impegno, come Amministrazione, sarà sempre quello di conciliare accoglienza e vivibilità», ha concluso la sindaca.
Una nuova proposta di legge
Proprio ieri il Pd ha depositato in Regione Lombardia un progetto di legge per disciplinare gli affitti brevi turistici, con Pierfrancesco Majorino come primo firmatario. Il progetto prevede che i comuni ad alta tensione abitativa possano definire limiti alle locazioni brevi, considerando il rapporto tra posti letto turistici e residenti.

«Il progetto di legge - sottolineano i consiglieri dem bergamaschi Davide Casati e Jacopo Scandella, che hanno sottoscritto anch'essi la proposta di legge - segue l’ esempio della Toscana e dà ai Comuni il potere di governare e limitare l’impatto degli affitti brevi senza criminalizzarli, ma stabilendo regole certe».