L'andamento

Occupazione in crescita a Bergamo: più 5.800 posti (su base annua) nel primo semestre 2025

Nonostante il calo delle assunzioni e delle cessazioni, il saldo occupazionale resta positivo, con commercio e servizi ancora motore principale, seguiti da costruzioni e industria

Occupazione in crescita a Bergamo: più 5.800 posti (su base annua) nel primo semestre 2025

Nel primo semestre del 2025 la provincia di Bergamo conferma un trend di crescita dell’occupazione dipendente, con un incremento complessivo di circa 5.800 posti su base annua. A metà dell’anno le assunzioni calano a 63.489 (-5,4% rispetto al 2024), così come le cessazioni, ferme a 57.873 (-5,5%). È quanto emerge dal report periodico dell’Osservatorio del Lavoro della Provincia di Bergamo.

Meno assunzioni a tempo indeterminato

La dinamica dei contratti mostra un calo delle assunzioni a tempo indeterminato (-11,1%), ma il saldo rimane positivo grazie a circa 9.000 trasformazioni da contratti a termine o da apprendistati. Lo stock di apprendistati continua a diminuire, mentre i rapporti a tempo determinato crescono di circa mille posizioni, pur restando sotto i livelli dell’anno precedente.

I settori più dinamici

Per settori, commercio e servizi contribuiscono maggiormente all’espansione dell’occupazione, anche se mostrano segnali di rallentamento: il saldo semestrale positivo è di 2.582 posizioni, inferiore rispetto al primo semestre 2024. Le costruzioni mantengono una crescita stabile (+1.192 posizioni), mentre l’industria recupera terreno con un saldo positivo di 1.842 posti, dopo un anno di flessione.

Bassi profili

Dal punto di vista delle qualifiche professionali, tutti i livelli registrano saldi netti positivi, sebbene le professioni intermedie mostrino una riduzione rispetto all’anno scorso, mentre aumentano le posizioni tra operai e profili non qualificati. Le assunzioni a tempo pieno e parziale diminuiscono rispettivamente del 6,9% e del 2,1%, con un calo più marcato tra gli uomini (-6%) rispetto alle donne (-4,4%).

Più stranieri

Il saldo per nazionalità conferma la prevalenza della crescita dei dipendenti stranieri (+3.173) rispetto agli italiani (+2.443). Il calo delle assunzioni interessa principalmente la fascia centrale d’età (35-49 anni, -9,5%), mentre le diminuzioni tra giovani e over 50 sono più contenute. Infine, le cessazioni involontarie e volontarie registrano una flessione rispettivamente del 15,5% e dell’8%.

Il commento della Cisl

Luca Nieri, segretario della Cisl Bergamo, ha commentato così i dati: «Continua il trend di crescita del mercato del lavoro bergamasco, anche se il nuovo report della provincia evidenzia segnali di decelerazione, sia in termini occupazionali sia nelle dimissioni volontarie. Il calo è sicuramente legato a elementi fisiologici e all’andamento demografico della nostra provincia; purtroppo l’utilizzo dei contratti di apprendistato nella nostra provincia rimane poco utilizzato, e cala il ricorso al tempo indeterminato. Restano gravi criticità: inattività femminile e giovanile, forte domanda inevasa di lavoro, fragilità di alcuni comparti. Sono necessari nuovi e forti interventi su formazione, apprendistato, incentivi mirati, attrattività dei lavori stagionali e disagiati, sostegno alla contrattazione, servizi di conciliazione vita-lavoro, incentivi alle madri lavoratrici. Accanto alle misure per l’occupazione va affrontato il rischio di rallentamento produttivo legato ai dazi Usa, alle transizioni e alla congiuntura, puntando su investimenti, innovazione e produttività. Per la Cisl tutto ciò deve rientrare in un intervento strutturato e condiviso, così come indicato con la proposta di un grande patto sul lavoro che coinvolga istituzioni, imprese e parti sociali. Con la crescita occupazionale l’impegno di costruire anche un lavoro di qualità diventa importante, un lavoro fatto di opportunità, inclusività e valorizzazione delle persone. Si apre un tema strategico in prospettiva e la tenuta demografica della provincia, le politiche migratorie, abitative e di inclusione sociale saranno fondamentali».