l'indagine

Confindustria Bergamo: nel 2020 calo dei ricavi per oltre il 70% delle imprese

Lo studio condotto su 337 imprese associate. Il 49,6% ha visto calare i ricavi entro la misura del 20 per cento, mentre per il 23,7% delle attività le chiusure hanno avuto un impatto ancora peggiore

Confindustria Bergamo: nel 2020 calo dei ricavi per oltre il 70% delle imprese
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Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio di Confindustria Bergamo su 337 imprese associate, solo il 26,4 per cento ha evidenziato ricavi in crescita nel 2020. Di conseguenza, oltre il 70 per cento delle aziende intervistate ha segnato flessioni: circa la metà (il 49,6 per cento) ha visto calare i ricavi entro la misura del 20 per cento, mentre per il 23,7 per cento delle attività le chiusure determinate dall’emergenza sanitaria hanno avuto un impatto ancora peggiore. L’indagine, oltre al calo dei ricavi, fa emergere anche una situazione ancora stazionaria legata agli ordini e alla produzione, segno che le aspettative di una robusta ripresa sono ormai tramontate e si delineano diversi elementi di criticità.

La crisi innescata dal Covid ha gravato, in particolare, sui comparti maggiormente legati al consumo finale. I settori dei trasporti e della logistica, del legno-mobili, del tessile e della moda hanno sofferto molto. Da contro, gomma-plastica, chimica-farmaceutica e alimentare hanno retto. Nel mezzo, invece, la metalmeccanica. La diversificazione è chiara anche per le aspettative in merito a ordini e produzione: se è vero che una fetta molto consistente (47,5 per cento) prevede a febbraio una situazione stazionaria, oppure un modesto aumento (21,7 per cento), una quota significativa (21,6 per cento) teme diminuzioni anche forti. Solo il 9,2 per cento delle imprese del campione si aspetta decisi incrementi.

Sul fronte dei lavoratori, il 69,4 per cento delle aziende non evidenzia problemi particolari, il 20,8 per cento indica un organico in esubero e il 5,6 per cento degli intervistati, pur in questo periodo di crisi, segnala una carenza di personale, in gran parte legata alla costante difficile reperibilità di alcune figure tecniche.

«La solidità del sistema ci ha permesso di fronteggiare una crisi inaspettata e velocissima – commenta Stefano Scaglia, presidente di Confindustria Bergamo –. La vera ripartenza e un rilancio chiaro delle nostre imprese potranno tuttavia avvenire solo con provvedimenti di sostegno strategico per la manifattura. Al futuro Esecutivo chiediamo interventi mirati per indirizzare risorse significative dei fondi europei su investimenti nelle filiere, sulla scuola e sulla crescita delle competenze, sull’innovazione, nei centri di ricerca e nelle Università, con progetti da avviare in stretta connessione con le imprese e che ne sostengano la competitività. Anche nel nostro territorio abbiamo esempi importanti, come il Consorzio Intellimech per la ricerca meccatronica, Edinnova per la filiera dell’edilizia, il laboratorio Joiint Lab per la robotica e l’automazione industriale. Sono esperienze che vanno messe a sistema e ampliate, in un quadro che riconosca il fondamentale ruolo propulsivo dell’industria per l’economia di tutto il Paese».

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