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Evasione fiscale, recuperati oltre 10 milioni in Bergamasca: la metà restano ai Comuni

In sette anni. Nelle casse del Comune di Bergamo finiscono 2 milioni. Trecentomila euro a Clusone, mentre Lovere sfiora il milione

Evasione fiscale, recuperati oltre 10 milioni in Bergamasca: la metà restano ai Comuni
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Sette anni, 52 comuni coinvolti e oltre dieci milioni di euro recuperati. Sono questi i numeri della lotta all'evasione fiscale in Bergamasca secondo l'elaborazione del Dipartimento Welfare della Cisl di Bergamo sui dati del Mef riguardanti il contributo per la partecipazione dei Comuni della provincia di Bergamo all’attività di accertamento fiscale e contributivo (dal 2016 al 2023, escluso il 2022, anno per il quale non è stato possibile recuperare le cifre).

Cinque milioni restano ai Comuni

L'Eco di Bergamo, spiega come il numero di Comuni partecipanti sia dettato dal fatto che inizialmente sono le amministrazioni a doversi far carico dei costi di una prima analisi. A fronte però della spesa iniziale, i Comuni ottengono poi il cinquanta per cento della cifra recuperata, che entra quindi a disposizione delle casse comunali.

Spesso, si tratta di somme ingenti. Per esempio, Bergamo ha recuperato oltre due milioni di euro, Clusone poco meno di trecentomila euro, Cividate al Piano 240mila euro, Lovere addirittura 911mila euro, Terno d'Isola 287mila euro e San Paolo d'Argo 209mila euro. Nel complesso, sono cinque i milioni di euro rimasti ai comuni (il cinquanta per cento appunto di quanto recuperato dal fisco).

Costi alti, ma si possono affrontare insieme

«Ogni anno – spiega Angelo Murabito, segretario provinciale di Cisl Bergamo – facciamo uno studio sul recupero dell'evasione fiscale. Tema per il quale ci siamo sempre battuti. È un peccato che a questa azione partecipino solo 52 Comuni della Bergamasca su 243. I motivi per cui diversi Comuni non partecipano è sicuramente per il costo. Realizzare l'analisi iniziale non sempre è sostenibile per tutti, soprattutto per i piccoli Comuni».

C'è però una possibile soluzione: «Ricordiamo che le amministrazioni possono anche non agire da sole - sottolinea Murabito -. Ci si può ad esempio muovere tramite la gestione associata nei vari ambiti territoriali. Se più Comuni lavorano insieme abbattono i costi della partecipazione e ottengono poi cifre che possono aiutare i bilanci. Auspichiamo che in questo modo l’azione di contrasto all’evasione fiscale e contributivo possa essere sempre più estesa e efficace».

Commenti
Mauro

Se per lotta all'evasione, si intende la vergogna degli accertamenti "presuntivi" ormai di moda tra i Comuni, in violazione dei requisiti e diritti dei cittadini, questa azione di recupero corrisponde ad abuso di potere. Essere infamati dall'accusa di evasione, quando i riscontri oggettivi dimostrano che è infondata e ritrovarsi costretti a finire in tribunale perché i funzionari comunali se ne lavano le mani, seppure evidente l'incoerenza e l'irragionevolezza del provvedimento esecutivo emesso, è quanto di più umiliante e deprecabile oggi nel rapporto tra la pubblica amministrazione e contribuenti, in palese violazione del "principio di buon andamento", art.97 della Costituzione italiana.

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