Prosegue l'internazionalizzazione delle imprese bergamasche: si va verso l'India, esclusa la Russia
L'indagine di Confindustria Lombardia evidenzia la maggiore integrazione delle nostre imprese nelle catene di valore mondiali
Prosegue la spinta all’internazionalizzazione delle imprese bergamasche, sempre più integrate nelle catene di valore mondiali: orientate verso sbocchi diretti sui mercati di riferimento e interessate ad ampliare il raggio di azione, guardano soprattutto all’India, ma anche agli Stati Uniti e al Brasile e azzerando le aspettative sulla Russia.
A dirlo sono i risultati di un'indagine di Confindustria Lombardia, realizzata tra aprile e giugno, che ha coinvolto anche le realtà della Bergamasca.
Il campione bergamasco
Per quanto riguarda Bergamo, il campione è composto da 119 imprese manifatturiere, che nell’ultimo anno hanno generato ricavi per 3,0 miliardi di euro e hanno impiegato circa 7.300 dipendenti. Si tratta nel 63 per cento dei casi di micro e piccole imprese, nel 34 per cento di medie imprese e nel 3 per cento di grandi realtà. Oltre la metà appartiene al settore metalmeccanico, segue la gomma-plastica e il tessile. L’89 per cento del campione, nel 2022, si è interfacciato sui mercati globali in varie modalità: prevalgono di gran lunga le esportazioni (96 per cento fra dirette e indirette), mentre la presenza con basi all’estero, fra produzione, uffici di rappresentanza e filiali, è indicata nel 5 per cento dei casi.
Ricavi e fatturato all'estero
In media, hanno realizzato ricavi all’estero per una quota pari al 47,8 per cento del totale (il 56,2 per cento se il calcolo è ponderato sul fatturato). In generale tale quota è direttamente proporzionale alla dimensione aziendale, anche se l’appartenenza a nicchie specializzate o mercati di destinazione vicini permette una forte internazionalizzazione pure nelle imprese di minore dimensione.
La quota del fatturato estero è cresciuta nell’ultimo anno e dovrebbe ulteriormente salire, secondo le previsioni delle aziende partecipanti all’indagine, anche nel 2023 per attestarsi al 49,1 per cento. In particolare, il 40 per cento delle imprese ha dichiarato di aver aumentato nel 2022 le proprie quote di mercato all’estero rispetto al 2019, mentre l’8 per cento evidenzia perdite, ma in via solo temporanea.
La situazione del mercato
Nella nostra provincia ci sono 388 imprese manifatturiere e relative holding, che controllano 1.564 unità straniere e, al contempo, 213 società manifatturiere che sono invece controllate da imprese estere, a sottolineare l’attrattività del territorio e dell’industria bergamasca. Le aziende più grandi sono maggiormente diversificate in termini di fatturato e ricavano il 28 per cento di quello estero nel loro paese principale, contro il 40 per cento delle Pmi e il 52 per cento delle microimprese.
I paesi europei, specialmente Germania e Francia, rimangono i principali mercati di destinazione. Si registra anche una decisa crescita delle imprese che segnalano l’India come partner rilevante. Per quanto riguarda i possibili mercati emergono Usa, Brasile, Canada e Thailandia. Le imprese sottolineano che il principale fattore in grado di determinare la propria competitività sui mercati globali è la qualità, unita al contenuto innovativo dei prodotti (56 per cento). Il fattore prezzo emerge, per contro, come causa principale indicata dalle imprese che hanno cambiato i fornitori nel corso dell’ultimo anno (18 per cento).