Provincia di Bergamo, bolletta da oltre 2 milioni: trovare i soldi sarà un'impresa
Anche via Tasso deve fare i conti con i rincari di gas e luce. La preoccupazione del presidente Gandolfi e le difficoltà dei Comuni
Una gran botta per l’Amministrazione Provinciale di Bergamo che si è trovata di fronte a una bolletta del riscaldamento di oltre due milioni di euro. Il presidente, Pasquale Gandolfi, ha condiviso la preoccupazione con i consiglieri di via Tasso nella seduta del Consiglio di mercoledì (21 settembre), seduta nella quale si doveva approvare la variazione al documento unico di programmazione.
Il bilancio della Provincia, in seguito agli aumenti di gas e di elettricità, si trova ora in una situazione critica: meno male che esisteva un tesoretto, un avanzo di amministrazione, che sarà utilizzato interamente sia per coprire mancate entrate, sia per affrontare il caro bollette. L’ultimo decreto “Aiuti” varato dal Governo ha stanziato per la Provincia di Bergamo 400 mila euro, che rappresentano una bella spinta ma che non è sufficiente: al momento attuale, l’ultima bolletta, da due milioni e centomila euro, non ha copertura.
Non è certamente un problema esclusivo della Provincia di Bergamo: se ne è parlato settimana scorsa anche alla riunione dell’Upi (Unione delle province d’Italia); è stato deciso di sollecitare il nuovo Governo, quello che scaturirà dalle elezioni di domenica, ma è del tutto improbabile che l’eventuale contributo possa arrivare prima di novembre. La preoccupazione di Gandolfi deriva dal fatto che già ora le cifre dell’energia hanno sforato le disponibilità di bilancio e ancora mancano i mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre, cioè il terzo quadrimestre.
Il presidente della Provincia ha comunicato che, pur utilizzando il contributo dello Stato di 400 mila euro già stanziato, e anche il tesoretto accantonato, non si riuscirà a evitare un disavanzo di bilancio che potrebbe oscillare fra i due milioni e i due milioni e mezzo di euro. Tutti gli uffici - ha detto Gandolfi a L'Eco - stanno frugando nelle pieghe delle loro sezioni di bilancio per vedere se non si trovino possibilità per effettuare ulteriori economie e tagli.
La situazione della Provincia è simile in tutti gli altri enti pubblici, che si trovano ad affrontare aumenti astronomici. Ciascuno studia dei provvedimenti, a cominciare dai Comuni. Per esempio: il comune di Serina ha deciso di spegnere le luci nelle strade da mezzanotte fino alle 5.30, riaccenderanno quando i pendolari cominciano a muoversi, nel primo mattino. A Costa Serina pure si spengono le luci e si pensa di chiudere le scuole al sabato. A Valbrembilla si rinuncerà alle luci natalizie mentre si sta ragionando un po’ in tutti i comuni di temperature degli edifici e di utilizzo di impianti sportivi e pubblici, sia per le ore di illuminazione, sia per il riscaldamento. È una situazione difficile che ci riporta ai primi Anni Settanta quando, per la crisi energetica legata al petrolio, si decise di vietare la circolazione delle automobili la domenica e di rinunciare alle luminarie natalizie.