Ryanair, il verdetto della Corte Europea: i dipendenti di Orio sono dipendenti sul territorio italiano
La causa era stata intentata da Inps e Inail, in seguito ad una ispezione all'aeroporto di Orio al Serio che coinvolge 219 dipendenti Ryanair
La Corte di Giustizia dell'Unione Europea mette un punto all'annosa questione che vede Ryanair al centro di una causa da quattro milioni di euro di mancati versamenti. La decisione dei giudici coinvolge i 219 dipendenti della compagnia di volo irlandese che lavorano all'interno dell'aeroporto di Orio al Serio, i quali – secondo la Corte – sarebbero soggetti alla legislazione previdenziale italiana e dunque necessiterebbero di assicurazione Inps e Inail.
L'ispezione avvenuta all'aeroporto bergamasco aveva individuato personale di volo Ryanair non coperto da certificati E101. I dipendenti lavorano quarantacinque minuti al giorno all'interno del locale della compagnia aerea (detto “Crew Room”) destinato ad accogliere l'equipaggio, mentre per il restante tempo di lavoro si trovano in volo, a bordo degli aeromobili della compagnia irlandese.
Inps e Inail avevano così intentato una causa, ritenendo che i 219 operatori assegnati all'aeroporto di Orio al Serio esercitassero un'attività di lavoro dipendente sul territorio italiano. Dopo diversi ricorsi, la Cassazione ha rinviato la questione alla Corte Europea, che si è espressa a favore dei due Istituti. Ryanair dovrà ora versare quattro milioni di euro per le mancate assicurazioni all'Inps (periodo tra giugno 2006 e febbraio 2010) e all'Inail per i rischi connessi al lavoro non aereo (periodo tra il 25 gennaio 2008 e il 25 gennaio 2013). L'azienda, interpellata da Corriere Bergamo che ha riportato la notizia, non si è ancora espressa in merito.