Sciopero alla Inda di Pagazzano: cinquanta dipendenti rischiano il trasferimento in Veneto
I lavoratori incroceranno le braccia il 31 gennaio per le prime due ore di ciascun turno, per protestare contro le decisioni dell'azienda

Venerdì 31 gennaio i dipendenti della Inda di Pagazzano incroceranno le braccia per due ore, per protestare contro il rischio di trasferimento in Veneto che interesserà circa cinquanta dipendenti.
Cinquanta persone a rischio trasferimento in Veneto
Lo sciopero è stato indetto dai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Nell'azienda, impegnata nel settore arredo-bagno per la produzione di vetreria, lavorano al momento 87 persone, una cinquantina delle quali rischia il trasferimento.
Questo perché ad agosto, come riportano i colleghi di PrimaTreviglio, il contratto d'affitto scadrà senza possibilità di rinnovo. In un confronto tra sindacati e vertici di Inda che si era svolto in Confindustria lo scorso 16 gennaio era stata confermata la permanenza di circa trenta dipendenti che operano nella vetreria.
L'azienda ha infatti comunicato di aver portato avanti la compravendita immobiliare della vetreria, dove lavorano una trentina di persone, ma allo stesso tempo nulla era stato fatto per il capannone che ospita uffici e magazzino, determinando così il rischio di trasferimento per l'altra cinquantina di dipendenti rimasti.
I siti di destinazione si trovano in Veneto, a Bonavigo (in provincia di Verona) e a Olmi (in provincia di Treviso). «Vista la lontananza, la lettera di trasferimento si tradurrebbe certamente nella perdita del posto di lavoro - hanno dichiarato i sindacalisti di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Fim-Cisl, Uiltec-Uil e Ugl di Bergamo -. Si tratta di persone radicate con le loro famiglie nei territori dei Comuni attorno a Pagazzano e con fatica si trasferirebbero».
Sciopero di due ore, poi un nuovo incontro
Per venerdì 31 gennaio è stato quindi indetto uno sciopero, che segue il blocco degli straordinari e di flessibilità avviato lo scorso 17 gennaio. I lavoratori incroceranno le braccia per le prime due ore di ciascun turno, ad eccezione per quelli del primo turno che, invece, si asterranno durante le ultime due ore.
Un nuovo incontro è in programma per il prossimo 10 febbraio. «Il 16 gennaio, da parte aziendale, abbiamo rilevato solo chiusura e indisponibilità rispetto a un tavolo di trattativa - hanno aggiunto i sindacalisti -: la direzione Inda ha detto "no" all'ipotesi di attivare ammortizzatori sociali e si è resa disponibile solo a valutare politiche attive di ricollocamento del personale con esclusivo utilizzo di risorse pubbliche».
«Inoltre - hanno concluso - Inda ha risposto con un rifiuto rispetto all'erogazione di contributi economici di buonuscita ai lavoratori che non si trasferiranno e che dunque perderanno il posto».
Il rispetto per le "risorse umane" è un concetto con cui ci si sciacqua continuamente la bocca, ma sono vuote chiacchiere! La sostanza è la totale mancanza di umanità. Non persone ma numeri che non contano niente.