Sciopero dei metalmeccanici, alta adesione e rappresentanti ricevuti in Prefettura
La partecipazione nei più importanti impianti bergamaschi è andata dal 60 al 95 per cento, si chiede un rilancio dell'industria
Alta l'adesione dei lavoratori allo sciopero nazionale di quattro ore dei metalmeccanici del Nord Italia, proclamato oggi (venerdì 7 luglio) da Fim, Fiom e Uilm per chiedere il rilancio industriale, occupazione, investimenti, transizione sostenibile e risoluzione delle crisi aperte.
Adesione elevata nella Bergamasca
Anche a Bergamo, l'adesione nelle fabbriche è stata elevata: tra le altre, alla Brembo ha scioperato il 65 per cento del personale (impiegati e operai), alla Evoca il 75 per cento, alla Tenaris il 60 per cento, alla Same l'80 per cento, alla Lucchini il 75 per cento, alla Exide hanno incrociato le braccia il 90 per cento degli operai, il 95 per cento nel Gruppo Mazzucconi e infine alla Schneider il 90 per cento. Delegati e lavoratori si sono riuniti in presidio davanti ai luoghi di lavoro, e in molti casi davanti alle Unioni degli industriali locali e alle prefetture.
Il presidio in via Tasso
Da noi, i lavoratori metalmeccanici si sono ritrovati in presidio davanti alla Prefettura di via Tasso: con loro anche una rappresentanza dei lavoratori della Novem, azienda di Bagnatica che produce componenti in legno per l'automotive, in contratto di solidarietà da marzo. Ha voluto dare il proprio sostegno, oltre a rappresentare la situazione di difficoltà che interessa l'indotto della filiera automobilistica. Durante il presidio, il segretari generali delle categorie dei metalmeccanici Luca Nieri della Fim Cisl, Andrea Agazzi della Fiom Cgil e Emilio Lollio della Uilm Uil sono stati ricevuti in Prefettura.
«Al rappresentate del prefetto abbiamo fatto presente i temi della piattaforma dello sciopero e la necessità di governare lo sviluppo industriale e i fondi Pnrr, per garantire occupazione e lavoro di qualità - hanno commentato i segretari -. Anche in bergamasca, dopo un periodo di forte ripresa, cominciamo a vedere segnali che ci preoccupano, a partire dall'incremento di richieste di ammortizzatori sociali. Chiediamo alla politica di non sottovalutare la situazione, ma di lavorare per governare al meglio i grossi cambiamenti che vedremo nei prossimi anni».