A Bergamo

Sciopero lavoratori del settore privato: il 24 novembre manifestazione e presidio in Prefettura

La mobilitazione, come settimana scorsa, è contro la manovra finanziaria del Governo. Il corteo partirà da Piazza Pontida

Sciopero lavoratori del settore privato: il 24 novembre manifestazione e presidio in Prefettura
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Dopo la mobilitazione nazionale di venerdì 17 novembre scorso, che aveva coinvolto i lavoratori di pubblico impiego, sanità, scuola e trasporti, arriva quella di tutti i comparti del settore privato.

Nel Nord Italia, Cgil e Uil hanno proclamato l’astensione dal lavoro per questo venerdì 24 novembre contro la Legge di Bilancio del Governo, da loro giudicata «sbagliata» e «a sostegno di un’altra politica economica, sociale e contrattuale».

Manifestazione e presidio

Nella giornata dello sciopero, a Bergamo è prevista una manifestazione con presidio, che partirà da Piazza Pontida alle 10 e sfilerà per le vie del centro. Ad aprire il corteo i cartelli con i nomi di tutte le donne vittime di femminicidio del 2023. Il corteo sindacale si dirigerà verso la sede della Prefettura dove si terrà un presidio, alle 10.45, in cui prenderanno la parola i delegati. L’intervento conclusivo sarà affidato a Pino Gesmundo, segretario nazionale della Cgil. Una delegazione di sindacalisti e delegati verrà poi ricevuta da prefetto.

Le critiche alla manovra

«Se una manovra finanziaria deve raccontare i progetti che il governo ha per il Paese, possiamo dire che questo governo non sembra averne di significativi - ha dichiarato nei giorni scorsi Marco Toscano, segretario generale della Cgil di Bergamo -. Manca qualsiasi idea di politica industriale, di cui avremmo invece bisogno. Negli altri Paesi europei la transizione ecologica e digitale è in cima all’agenda, in Italia non se ne parla».

Il rappresentante prosegue nello spiegare ciò che, per le sigle, non va bene nella Legge di Bilancio: «Questa è una manovra che sul fronte dei redditi si limita a confermare per un anno il taglio contributivo già in essere, senza però prevedere nessun reale provvedimento di sostegno alla contrattazione collettiva e al rinnovo dei contratti, via principale per l’aumento delle retribuzioni. Ovviamente è assente il tema del salario minimo. Al capitolo pensioni, fino all’altro giorno ricordiamo che uno dei vessilli di questo governo sembrava essere il superamento della legge Fornero».

Un intento che, però, sarebbe stato disatteso: «Oggi non solo questo non accade, ma anzi la situazione peggiora. Quota 103 è confermata ma con maggiori penalizzazioni, aumenta di una anno il requisito per accedere a Opzione donna. È confermato il taglio all’indicizzazione delle pensioni. Insomma, è una legge finanziaria che non guarda al futuro e ai bisogni dei lavoratori e dei pensionati».

Commenti
Nunzia D'Espinosa

Opzione Donna non solo viene prorogata, ma praticamente è stata smantellata. In più, riguardo la categoria delle licenziate, solo le donne che appartengono ad aziende con tavoli di crisi aperti, possono richiedere opzione donna... praticamente impossibile! È un'ingiustizia e una discriminazione tremenda!!!

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