La previsione

Si preannuncia un autunno caldo per i prezzi ma gelido per i consumi

Il direttore di Ascom Confcommercio Oscar Fusini: «Difficoltà negli acquisti essenziali e costi fuori controllo. Urge una soluzione»

Si preannuncia un autunno caldo per i prezzi ma gelido per i consumi
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Sarà un autunno caldo per i prezzi e gelido per i consumi. L’inizio della stagione è caratterizzato da molteplici criticità, a partire dai segnali di recessione che accomunano i Paesi come l’Italia, esposti dal punto di vista energetico. È questo in estrema sintesi il quadro tracciato dall’Ufficio Studi di Ascom Confcommercio Bergamo, che analizza la dinamica di breve periodo del Pil, della spesa reale delle famiglie e dei prezzi delle principali voci di consumo.

«Il cliente medio sta precipitando in una fase di difficoltà nel sostenere anche gli acquisti essenziali – ha sottolineato Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo-.  Molte imprese non riescono a reggere con questa dinamica di costi e vendite. Per le imprese del terziario la mazzata sarà duplice tra l’aumento esorbitante dei costi di energia e gas e il calo del potere di acquisto delle famiglie.  Sono necessarie risposte urgenti dal Governo, sul versante del contenimento dei prezzi energetici e sul sostegno alle imprese e alle famiglie. Per noi è prioritario evitare di innescare una spirale depressiva, mantenendo il funzionamento di tutti i settori produttivi e quindi dei posti di lavoro, altrimenti il ricorso generalizzato agli ammortizzatori sociali affosserà ancora di più la nostra economia, danneggiando ulteriormente il terziario».

A ottobre, la crescita dei prezzi stimata sarà dell’1,5 per cento su base mensile e del 9,8 per cento su base annua. Il dato, seppur in parte sia attribuibile in larga misura all’incremento dei costi per l’energia, è imputabile anche alla crescita dei prezzi dell’alimentare e dei servizi, in cui la componente energetica rappresenta la parte significativa dei costi di produzione. L’effetto sul Pil stimato è di una diminuzione dell’1 per cento, comportando di fatto un’erosione dell’iniezione di risorse del Pnrr.  A settembre, l’indicatore dei consumi conferma la tendenza al rallentamento dell’economia, con una riduzione su base annua del 2,0 per cento. Il calo rispetto allo stesso mese dell’anno prima è sintesi di un incremento della domanda dei servizi (+ 2,7 per cento) e di una riduzione di quella dei beni (- 4,0 per cento).

Il calo nell’acquisto dei beni è evidente anche nella nostra provincia: i negozi che vendono prodotti non alimentari registrano e dichiarano minori presenze e acquisti in calo. Nella vendita dei negozi alimentari, macellai, fruttivendoli, salumieri e panettieri rilevano acquisti più frequenti e minori spese. Nella grande distribuzione si avverte la stessa tendenza: più passaggi e scontrino medio in diminuzione. Di contro, i discount conquistano posizioni, registrando un aumento sensibile di presenze e vendite. I servizi vedono la spesa dei bergamaschi in crescita anche maggiore del dato nazionale, specialmente in quelli turistici e per la ristorazione, in cui si stima un +10-15 per cento rispetto allo scorso anno. Nell’ambito dell’esplosione della spesa nei servizi dovuta a energia, trasporti, mutui, istruzione, si registra tuttavia a livello nazionale una riduzione dei servizi della ristorazione con - 4,2 per cento. Il dato lascia prevedere quindi anche nella nostra provincia una riduzione dei consumi fuori casa nei prossimi mesi, che ancora registrano buone presenze, in linea con quelle dell’ottima stagione estiva, grazie anche ai turisti.

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