«I lavoratori sono esausti»

Situazione critica all'acciaieria Acp di Cividate: braccio di ferro tra direzione e sindacati

Da ottobre 2021 i dipendenti percepiscono solo una parte dello stipendio, la cassa integrazione ordinaria e straordinaria bocciata più volte

Situazione critica all'acciaieria Acp di Cividate: braccio di ferro tra direzione e sindacati
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Continua il braccio di ferro tra azienda e sindacati nella vicenda della Acp Industries di Cividate al Piano, dove la situazione si fa di giorno in giorno sempre più drammatica: stipendi arretrati e contributi non pagati, cassa integrazione ordinaria bocciata da ottobre 2021, cassa integrazione straordinaria anch’essa bocciata. Nella giornata di oggi (venerdì 7 ottobre) sindacati e Rsu aziendale avrebbero dovuto avere un incontro con la direzione, ma all’appuntamento l’azienda non si è presentata.

«Siamo riusciti a contattare i vertici per telefono - hanno dichiarato Mirco Locati di Fim Cisl e Luca Vitali di Fiom Cgil -. Dietro nostra insistenza ci hanno riferito di un nuovo piano industriale, con acquisizione da parte probabilmente di un gruppo spagnolo. I lavoratori e le organizzazioni sindacali si augurano che ci sia un reale interesse. Lunedì ci saranno dei nuovi contatti per avere un incontro nei giorni successivi. I lavoratori sono esausti, le loro famiglie sono esauste... È ora che si riporti al centro il rispetto dei lavoratori e si faccia una seria politica industriale».

La vicenda era già arrivata all’attenzione delle cronache lo scorso aprile, quando fu reso noto che i sessanta lavoratori dell’acciaieria erano ancora in attesa, dopo sei mesi, di conoscere la decisione dell’Inps in merito alla cassa integrazione, richiesta a novembre 2021. I dipendenti da ottobre dell’anno scorso avevano infatti percepito solo una parte dello stipendio, dato che l’azienda aveva informato l’istituto di previdenza sociale dell’incapacità di sostenere un anticipo della cassa.

Sempre ad aprile la società aveva visto la nomina dal tribunale di Roma di Marco Costantini a commissario, mentre continuavano i rimpalli di responsabilità tra Hadid, gruppo siciliano che controlla Acp Spa (recentemente dichiarato fallito) e il gruppo indiano Jindal, che nel 2019 aveva firmato un contratto per la fornitura di duecentomila tonnellate di billette all’anno, poi disatteso quando non ha più consegnato il rottame di ferro e ritirato il prodotto finito.

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