Città universitaria? A Bergamo le stanze in affitto costano 466 euro al mese
Siamo undicesimi su trentatré città prese in considerazione dall'osservatorio di Immobiliare.it. Domanda in crescita e prezzi alti

Il nuovo anno accademico si avvicina e, per gli universitari fuori sede, è giunto ancora una volta il momento di cercarsi una stanza in affitto a Bergamo. Un'operazione tutt'altro che facile, come ben si sa, per via della necessità di destreggiarsi con i prezzi.
Numeri di massima sul fenomeno, nelle varie realtà urbane che ospitano gli atenei italiani, li offre Immobiliare.it Insights. L'osservatorio della società ha diffuso oggi (martedì 12 agosto) un report con canone medio richiesto e l'andamento di domanda e offerta.
Bergamo poco fuori dalla top ten
Nel capoluogo orobico, l'affitto per una stanza singola, se rapportato alle altre città del nostro Paese, rimane senza dubbio alto. Si trova all'11° posto nella graduatoria, su 33 città universitarie analizzate, con un prezzo medio di 466 euro al mese.
Quella più costosa è Milano, con 732 euro al mese, mentre il canone medio in Italia è pari a 613 euro. Al secondo posto tra le più dispendiose per i fuori sede c'è Bologna (632 euro), seguita da Firenze (606 euro). Al quarto gradino della classifica si piazza Roma (575 euro), poi ci sono Trento (544 euro), Brescia (519 euro), Modena (506 euro), Padova (502 euro), Torino (476 euro) e infine Verona (473 euro). In pratica, noi bergamaschi siamo appena fuori dalla top ten.

In città rimane alta la domanda
C'è però un'altra dinamica che porta un po' di sorpresa in un ambito che, da anni, è al centro della discussione pubblica per l'accessibilità delle camere per gli studenti: in alcune delle più importanti città universitarie, la domanda di stanze singole è vistosamente calata.
Tra i possibili motivi, il più plausibile è che i ragazzi per evitare le cifre, in certi casi davvero esorbitanti, chieste loro per l'affitto decidano di spostarsi in periferia. Facendo, sì, magari più strada per raggiungere il proprio ateneo, ma risparmiando comunque parecchio rispetto ad altre soluzioni.
Non mancano poi quelli che, al momento di dover scegliere in quale università iscriversi, decidano di spostare le proprie preferenze da sedi universitarie in zone molto costose ad altre, dal nome forse meno illustre per antichità e storia (almeno per il momento), ma dai progetti ambiziosi. Come è il caso dell'Università di Bergamo, che pure essendo catalogabile in passato come un "ateneo di provincia", rispetto magari a quelli di Milano, ha puntato molto sulla crescita dell'attrattività, sia per i bergamaschi che per i fuori sede.
Non a caso, la nostra città è una di quelle che non è interessata da un calo della domanda: anzi, in dodici mesi è cresciuta addirittura del 20 per cento, a fronte però di una riduzione dell'offerta del 55 per cento.
Vuol dire, in sostanza, che qui da noi adesso delle stanze sono molto richieste (c'entrerà forse anche qualcuno per il lavoro in trasferta, ma sono le matricole a fare la differenza), ma se ne trovano di meno rispetto a quelle a disposizione nel 2024 e si fa pure fatica a trovarle.
Secondo l'analisi di Immobiliare.it, la diminuzione della richiesta in alcune città potrebbe comportare in futuro un adeguamento dei prezzi da parte dei proprietari, dato che di solito ciò avviene in ritardo rispetto alla situazione del mercato. Un'ipotesi che però al momento rimane tale, perché i canoni in molte realtà continuano a rimanere decisamente alti per le tasche dei giovani e delle loro famiglie. Il tutto, tenendo conto che, tra aumenti e cali della domanda, quest'ultima in Italia resta stabile.
Gli atenei europei più ambiti
Il report però fornisce altre informazioni utili per i giovani che vogliono invece intraprendere un percorso di laurea all'estero: grazie alla collaborazione con HousingAnywhere, l'osservatorio di Immobiliare.it mostra anche una panoramica dei costi delle stanze singole nelle principali città europee. Attualmente, le tre città più care in Europa per affittare una stanza si trovano nei Paesi Bassi: al primo posto Amsterdam (969 euro al mese), seguita da l’Aia (850 euro) e Rotterdam (825 euro).
Al quarto, quinto e sesto posto tre città tedesche: Monaco di Baviera (820 euro), Amburgo (800 euro) e Colonia (799 euro), quest’ultima quasi allineata ad Amburgo. Parigi si colloca invece al settimo posto, con un costo medio di 750 euro. Tutte queste città registrano prezzi superiori a Milano, sebbene si debba tenere conto che il costo della vita, nelle più importanti città del Centro Europa, è maggiore rispetto ai Paesi del Mediterraneo.
Per trovare canoni più accessibili rispetto al capoluogo lombardo, bisogna guardare a città come Praga (702 euro) e Francoforte (689 euro), che offrono soluzioni più convenienti nel panorama europeo. Tuttavia, Barcellona è la città europea più ambita da studenti e giovani professionisti italiani interessati a trasferirsi all’estero. Sul totale di chi ha cercato una sistemazione fuori dall’Italia nel 2025, il 13,7 per cento ha puntato sulla città catalana. Berlino è invece al secondo posto con il 13 per cento, seguita da Parigi (9,2 per cento), per poi tornare in ambito iberico con Madrid (8,3 per cento) e Valencia (7,3 per cento).