Commercio

Troppi negozi stanno chiudendo, Confesercenti Bergamo scrive ai consiglieri regionali

«Togliere qualche tassa locale ormai non basta più», spiega il presidente Terzi. E aggiunge: «Serve un cambiamento strutturale»

Troppi negozi stanno chiudendo, Confesercenti Bergamo scrive ai consiglieri regionali
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Si apre con un caso concreto, quello di Casale di Albino che ha perso l'ultimo negozio rimasto sul territorio, la lettera che il presidente di Confesercenti Bergamo Antonio Terzi ha scritto e indirizzato ai neo eletti consiglieri regionali di Bergamo. Si è così rivolto a Roberto Anelli, Davide Casati, Paolo Franco, Jonathan Lobati, Lara Magoni, Giovanni Malanchini, Ivan Rota, Jacopo Scandella e Michele Schiavi per sollecitarli sul tema della perdita di negozi di vicinato in tutti i comuni della Bergamasca.

È troppo tardi (?)

La lettera si sposta sulle preoccupazioni della amministrazioni: «Qualche amministratore locale ci contatta o ci prende in disparte chiedendoci ora, tardi ormai, come può aiutare i propri commercianti in difficoltà. Togliere qualche tassa locale ormai non basta più, il tema è di una tale portata che forse solo un cambiamento strutturale delle politiche di sostegno e delle prospettive può servire. Negli anni, diciamolo chiaramente, si è sviluppato un movimento politicamente trasversale che ha affidato le sorti dell’offerta commerciale al libero mercato. Che, non si sa bene per quale motivo, dovrebbe garantire il miglior equilibrio possibile. Visto che gli effetti sono questi, mi chiedo se il venir meno dei servizi sul territorio va considerato come evento virtuoso? O come effetto collaterale di un quadro positivo?».

La concorrenza dei supermarket

Entra poi nel cuore del discorso, la concorrenza dei supermarket, che continuano a nascere sul territorio e solo qualche volta vengono fermati, come nel recente caso di Torre Boldone. Terzi: «In questa visione, quindi, se il mercato, o meglio i suoi esponenti, si presentano in un municipio a proporre l’ennesimo supermercato, come sta avvenendo pochi chilometri più a valle di Casale e in tanti altri comuni della provincia di Bergamo, significa semplicemente che c’è ancora bisogno di un supermercato. E con queste certezze si rimpinguano le casse comunali con significativi oneri di urbanizzazione, si sacrificano zone verdi cementificandole, si sigillano altre saracinesche di negozi in paese e anche nei paesi vicini, si sacrificano le esigenze delle famiglie che trovano decine di punti vendita dove acquistare alimentari, ma non hanno più a portata di mano un negozio di scarpe o altri servizi altrettanto necessari, si perdono posti di lavoro difficilmente ricollocabili».

Pianificare

Il confronto politico in parte c'è già stato, ma il presidente avverte: «Sono state settimane anche di confronto elettorale per la Regione, forse anche più impegnativo del confronto per le politiche. Abbiamo incontrato tanti candidati e a tutti loro proposto queste riflessioni, che necessitano ora di misure e di interventi reali visto che tutti si sono detti pronti ad intervenire per una migliore pianificazioni di questi interventi e di quelli legati alla logistica».

Serve un'attenzione sovracomunale

Conclude con una speranza: «Anche per questo ci aspettiamo un rinnovato senso di responsabilità da parte delle amministrazioni comunali che nei prossimi mesi, grazie ai Distretti del commercio, saranno impegnate nel rilancio del comparto, auspicando non siano solo l’occasione per coordinare investimenti pubblici di contesto, ma anche per l’attivazione di strumenti condivisi di pianificazione commerciale ed urbanistica sovracomunale. Recuperare il terreno perduto non sarà facile. Confidiamo che le attenzioni al nostro mondo manifestate in modo consapevole da parte di molti candidati durante la corsa elettorale regionale  possa tradursi in atti concreti nel corso della legislatura appena iniziata».

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