La fusione

«Saremo una grande Banca del territorio anche per Bergamo»

Intervista al presidente di BCC Milano, Giuseppe Maino, sul “matrimonio” con l’istituto di credito cooperativo bergamasco.

«Saremo una grande Banca del territorio anche per Bergamo»
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"Saremo una grande Banca del territorio per Bergamo come vogliamo esserlo per Milano, questo è il nostro obiettivo".

Nel pronunciare queste parole trapelano orgoglio e determinazione sul volto di Giuseppe Maino, presidente di BCC Milano da due decenni e leader del quarto gruppo bancario nazionale, il Gruppo BCC Iccrea, che oggi raduna 123 banche. L’abbiamo incontrato quando si è appena conclusa l’Assemblea dei Soci che ha decretato la fusione con BCC Bergamo, portando nelle Valli e ai piedi di Città Alta l’area di competenza della più grande Banca cooperativa della Lombardia. Dal prossimo 13 giugno sarà operativa la nuova realtà nata dalla fusione che si presenta al mercato con numeri di tutto rispetto: 66 sportelli, un’area operativa di 200 comuni distribuiti su sette province lombarde, 112mila clienti, 27mila soci, 600 collaboratori.

"Una grande Banca del territorio anche per Bergamo"

Presidente, non teme che il nuovo nome possa suonare poco “familiare” ai bergamaschi?

"Non credo, Milano e Bergamo sono due grandi Città, capoluoghi diversi per storia e cultura, ma uniti dalla proverbiale laboriosità dei loro cittadini e da uno spirito imprenditoriale che si presenta in perfetta continuità sull’asse Milano-Bergamo. Questa unione fortifica e valorizza entrambe le parti. Siamo una Banca Cooperativa e quindi inclusiva per natura. La nostra storia dimostra che le fusioni sono un’occasione di crescita aziendale e un’opportunità di sviluppo per i territori a cui portiamo un nuovo modello di banca e un approccio apprezzato nelle relazioni con le comunità locali. Milano e Bergamo sono entrambi nomi che evocano qualità, impegno, successo".

Perché BCC Bergamo ha scelto un matrimonio con BCC Milano invece che un’aggregazione con altri soggetti più locali?

"In realtà hanno provato per almeno due anni a trovare accordi nell’ambito della provincia, ma nessun progetto ha preso forma e allora si sono rivolti a noi. La zona operativa di BCC Milano era contigua con quella di Bergamo senza sovrapporsi e una certa contiguità si evidenziava anche nella clientela. Per BCC Milano è stata un’assunzione di responsabilità nell’ambito del Gruppo Bancario, ma anche l’opportunità per offrire un nuovo riferimento bancario a Bergamo che, con l’acquisizione di UBI da parte di Intesa San Paolo, ha perso la banca del territorio".

La nuova banca ha i numeri giusti per ambire a questo ruolo?

"Insieme esprimeremo volumi e patrimonio adeguati a proporci con forza sul mercato bergamasco. La nuova banca sarà quindi un riferimento solido in grado di conquistare nuove quote di mercato. Faremo leva anche sul patrimonio di identità e valori che condividiamo con BCC Bergamo e che sarà un’importante fattore di continuità per il sostegno mutualistico e sociale che la Banca ha svolto per anni sul territorio. Un lavoro che sarà preservato, confermato e progressivamente ampliato. Il nostro potenziale ci consentirà infatti di investire maggiori risorse sulle comunità locali".

Dal punto di vista dell’operatività bancaria come sarà gestito il nuovo territorio?

"Dedicheremo a Bergamo una struttura commerciale ad hoc. Nella sede secondaria di Bergamo sarà costituita una specifica direzione di Area Commerciale che opererà in continuità rispetto a quanto fatto sino ad oggi da BCC Bergamo, in modo da garantire un passaggio morbido alla nuova realtà che non intende sottrarre nulla, semmai aggiungere valore a quanto già c’era. Si tratta di un modello organizzativo e commerciale collaudato, che abbiamo già applicato con successo nelle precedenti aggregazioni".

Giuseppe Maino, presidente BCC Milano e del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea

Cosa risponde a chi teme il ridimensionamento e la chiusura di qualche sportello?

"Rispondo che verranno mantenuti tutti i 17 sportelli attuali come previsto anche dal piano strategico approvato dalla Bce per la fusione. Sappiamo bene che BCC Bergamo è stata una risorsa preziosa soprattutto in Val Seriana e in Val Brembana dove spesso rappresentava l’unico presidio bancario. Non abbandoneremo le Valli, ma continueremo ad essere un riferimento per clienti e soci, introducendo nuove tecnologie che offriranno loro servizi innovativi e di facile accesso. Crediamo nel valore strategico dell’economia di montagna che qui si esprime non solo attraverso il settore turistico-ricettivo, ma anche in un tessuto industriale di lunga tradizione e con un’ottima potenzialità di sviluppo. Per una vera Banca del territorio pensare in grande significa valorizzare il piccolo".

Nonostante il voto compatto favorevole alla fusione non teme che i soci bergamaschi non si riconoscano nel nuovo marchio?

"Per una Banca cooperativa la risorsa più preziosa è il capitale umano, a cominciare proprio dai soci che ne sono allo stesso tempo i proprietari e i primi clienti. Per noi è fondamentale alimentare il rapporto di relazioni che ci legano, la pandemia ci ha colpiti in modo duro proprio su questo aspetto. È vero le fusioni funzionano bene quando anche le Compagini sociali si compenetrano, diventando un unicum. Un obiettivo che richiede tempo e al quale dedicheremo impegno come abbiamo sempre fatto nelle aggregazioni precedenti. Porteremo da subito a Bergamo la nostra ampia offerta sociale fatta di eventi, manifestazioni e opportunità riservate ai soci, per favorire lo scambio e la reciproca conoscenza. È il nostro modo di dimostrare loro quanto sono importanti per il futuro della Cooperativa. Ci prenderemo l’estate per lavorare sulla nuova struttura e per l’inizio dell’autunno saremo pronti a presentare la Banca e il suo marchio sul territorio. Intendiamo farlo in grande stile, offrendo esperienze di valore e qualità. Nessuno rimarrà deluso".

Bergamo avrà spazi anche negli organi di governo della Cooperativa?

"Li ha già perché abbiamo adottato il modello vincente delle precedenti fusioni. Il Consiglio di Amministrazione di BCC Milano è un mosaico composto da rappresentanti delle BCC incorporate nel tempo. Nel nuovo Consiglio è già stato eletto Francesco Percassi e sarà cooptato, a fusione avvenuta, anche Duillio Baggi che assumerà l’incarico di vicepresidente. Abbiamo inoltre previsto la presenza di rappresentanti bergamaschi nel Comitato esecutivo, nella Consulta soci e nel Comitato territoriale di mutualità: tutti organi istituzionali di rapporto con il territorio dove la rappresentanza locale può e deve fare la differenza. Garantiamo da sempre che la Banca sia unica, ma riteniamo importante che siano rappresentate tutte le anime territoriali".

Quali sono le difficoltà operative che si prospettano nella costruzione della nuova Banca?

"Non parlerei di difficoltà, ma di impegni. Il primo passaggio riguarda la necessità di armonizzare gli uffici centrali e la rete commerciale, uniformando i processi aziendali e inserendo la struttura ereditata da Bergamo in una macchina in corsa e ben collaudata. Un’operazione complessa che porteremo a compimento grazie alla grande competenza già maturata con le precedenti fusioni. L’esperienza ci insegna che pianificare bene il passaggio è fondamentale ed è ciò che abbiamo fatto in questi ultimi mesi".

E quelle politiche?

"Quelle si annullano guardando al futuro. Tutto dipende dalle persone e dal loro modo di affrontare le cose. In un rapporto di fusione societaria è necessario pensare al nuovo soggetto che nasce e non ai due che gli hanno dato vita. L’approccio corretto è quello di guardare con fiducia ai vantaggi che derivano dall’unione e non a ciò che perde ciascuno. Personalmente vedo molte opportunità positive nel nostro progetto, ben oltre il business".

Bergamo è la città simbolo del Covid in Italia, che contributo può dare BCC Milano alla sua rinascita?

"La Città ha pagato un prezzo ingiustamente alto alla pandemia, ma grazie al carattere della sua gente non si è data per vinta, è riuscita a uscirne senza mai piangersi addosso e ha sopportato con grande compostezza il dolore di tante famiglie. Per il 2022 è stata proclamata prima capitale nazionale del volontariato, un giusto riconoscimento alla resilienza con cui ha affrontato i mesi più duri dell’emergenza. In un anno così simbolico siamo felici di offrire il supporto di una grande Banca cooperativa alla Città, con la certezza che potremo contribuire presto ai suoi migliori progetti di sviluppo e rinascita".

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