Urgnano, sciopero e presidio alla Imequadri. I sindacati: «Contratto peggiorativo»
Nell’azienda di apparecchiature elettriche lavorano novanta persone. Le mobilitazioni continueranno fino a nuove trattative
Mobilitazione sindacale alla Imequadri Duestelle di Urgnano, azienda produttrice di quadri e apparecchiature elettriche che impiega circa novanta addetti. I lavoratori sono in agitazione per il rinnovo del contratto di secondo livello, dopo che quello vecchio è scaduto il 31 dicembre 2021 e le organizzazioni sindacali hanno presentato, a luglio del 2022, una piattaforma di rinnovo votata all’unanimità dai lavoratori.
«A ottobre è iniziata la trattativa presso la sede di Confindustria Bergamo ma, purtroppo, la posizione intransigente dell’azienda rispetto alle rivendicazioni ha portato alla rottura del tavolo della trattativa - hanno dichiarato i rappresentanti di Fim-Cisl e Fiom-Cgil Bergamo -. L’azienda, nonostante gli ultimi anni di fatturato record enfatizzato dalla proprietà sui principali quotidiani locali, ha portato al tavolo sindacale proposte fortemente peggiorative rispetto all’accordo di secondo livello attuale».
Le organizzazioni sindacali e la Rsu avrebbero dato massima disponibilità al raggiungimento di un accordo, tuttavia l’azienda è rimasta ancorata alle proprie rigide posizioni. Così è scattata l’iniziativa, partendo dal blocco del lavoro straordinario e sei ore di sciopero nel mese di dicembre, con adesione superiore al novanta per cento.
«A seguito delle agitazioni - hanno continuato i sindacati -, l’azienda ha elargito buoni welfare (decreto legge aiuti quater) con modalità inique, discrezionali e padronali, escludendo totalmente parte dei lavoratori». Oggi, dopo le tre ore di sciopero di lunedì 23 gennaio, i dipendenti hanno incrociato le braccia per altre tre ore, con l’aggiunta di un presidio spontaneo di fronte all’azienda.
«I lavoratori e i loro rappresentanti - conclude la nota - ritengono importante raggiungere il rinnovo dell’accordo di secondo livello e, pertanto, continuano le mobilitazioni. Almeno fintanto che l’azienda non si renderà disponibile a tornare al tavolo delle trattative, mostrando la disponibilità ad ascoltare le rivendicazioni dei lavoratori».