Il 7 luglio

Venerdì sciopero dei metalmeccanici con presidio davanti alla Prefettura di Bergamo

I lavoratori del settore incroceranno le braccia per quattro ore. Manifestazione di protesta in via Tasso dalle 14.30 alle 16.30

Venerdì sciopero dei metalmeccanici con presidio davanti alla Prefettura di Bergamo
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Sciopero di quattro ore per i metalmeccanici: l'atto dimostrativo è previsto per domani, venerdì 7 luglio, e a Bergamo ci sarà anche un presidio, dalle 14.30 alle 16.30, di fronte alla sede della Prefettura, in via Tasso. Ad aderire all'iniziativa sono tutti gli iscritti a Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uilp, che chiedono un rilancio industriale, oltre che investimenti sull'occupazione e per una transizione sostenibile, con l'obiettivo di risolvere le crisi aperte.

Le richieste dei sindacati

La mobilitazione è in programma domani nelle regioni del nord e centro Italia, mentre nel resto della Penisola i lavoratori del settore incroceranno le braccia lunedì 10 luglio. I sindacati chiedono l'apertura di tavoli di confronto sui settori e sulle filiere in difficoltà, l'incremento degli investimenti pubblici e garanzie sull'occupazione.

Inoltre, si domanda di valorizzare e sostenere il reddito da lavoro, l'uso delle risorse del Pnrr per lo sviluppo del settore, la riforma degli ammortizzatori sociali e interventi per la transizione ecologica e digitale. I rappresentanti spingono inoltre per l'incentivazione di contratti di espansione e di solidarietà, la riduzione dell'orario di lavoro, la formazione, il superamento delle gare al massimo ribasso negli appalti e la diminuzione del lavoro precario.

Periodo di contrazione del settore

«In una fase come quella attuale continuano a mancare da parte di politica e governo orientamenti e scelte concrete sulle questioni del lavoro e dell'industria - ha commentato Andrea Agazzi, segretario generale della Fiom-Cgil Bergamo -. Per il nostro settore sono sempre più urgenti interventi di politica industriale che ancora non si vedono da parte del governo attuale e, senza i quali, si rischia di peggiorare la condizione economica, industriale e sociale, già caratterizzata da prospettive di particolare incertezza».

Le sigle forniscono i dati divulgati all’inizio di giugno dall’Istat, che evidenziano una contrazione generalizzata della produzione industriale con previsioni sull’anno di un calo superiore al sette per cento. Anche nel territorio bergamasco, dopo un periodo caratterizzato da importanti volumi e significativi guadagni delle aziende, cominciano a vedersi gli effetti di questo calo, con un ricorso agli ammortizzatori sociali.

Diminuisce il potere d'acquisto

«Pertanto - ha continuato Agazzi - risulta necessario rimettere al centro il lavoro dell'industria metalmeccanica e impiantistica se si vuole una reale transizione, altrimenti si rischia di aggravare la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori. La quale, peraltro, risulta già appesantita da pandemia, crisi, instabilità geopolitica e da un'inflazione a livelli record, che erode il potere d'acquisto dei salari».

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