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Il film da vedere nel weekend Mary e il fiore della strega, delicato

Il film da vedere nel weekend Mary e il fiore della strega, delicato
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Regia: Hiromasa Yonebayashi.
Con: Sara Labidi, Antonella Giannini, Mario Cordova, Luigi Ferraro, Roberta Paladini.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

L’animazione giapponese è un oggetto particolare, dotato di proprie regole stilistiche e narrative solide. Eppure, pur essendo un prodotto fortemente radicato all’interno della cultura nazionale che lo ha prodotto, è riuscito a diffondersi globalmente, attraendo anche in Italia un numero incalcolabile di fan sin dalla sua prima penetrazione nel territorio nazionale grazie alla televisione (erano i tempi di Mazinga Z e Jeeg Robot). Negli anni il mercato di questa forma di animazione è diventato sempre più ingombrante e, anche al cinema, la sua cittadinanza è diventata sempre più evidente. Ciò è avvenuto soprattutto grazie al consolidamento dello Studio Ghibli, studio di animazione che ruota intorno alla figura iconica e amatissima di Hayao Miyazaki. Le sue opere fantastiche, visivamente affascinanti e di grande ispirazione immaginativa, sono diventate un vero e proprio oggetto di culto per varie generazioni di spettatori e, negli anni, la sua filmografia ha toccato temi diversi ma tutti ugualmente intriganti.

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Mentre non è del tutto chiaro se Miyazaki continuerà ancora a lungo a fare film (negli ultimi anni ha continuamente annunciato il suo ritiro per poi ritrattare immediatamente dopo), si mostrano dalle schiere dello Studio Ghibli diverse nuove leve di talento. Fra di essi si distingue in particolare Hiromasa Yonebayashi, già apprezzato con film come Arietti e Quando c’era Marnie. Oggi torna in sala con la sua ultima fatica: Mary e il fiore della strega. Protagonista di questa favola moderna è, come si intuisce, la giovane Mary, simpatica combina guai. Un giorno, seguendo i passi di un gatto, finisce nel cuore della foresta e lì trova un fiore magico, grazie al quale impara a volare su una scopa. È così che scopre la scuola di magia di Endor, dove viene accolta e comincia a capire di possedere insperate facoltà. Eppure, non tutto è come sembra e la scuola nasconde un’oscura verità.

Mary e il fiore della strega è prima di tutto una vicenda di formazione. Non solo perché ci racconta di come la nostra protagonista entra in contatto con il mondo della magia, ma soprattutto perché ci mostra un desiderio di libertà, indipendenza, ricerca del proprio sé in un mondo che ancora non riconosce tutta questa personalità. Come sempre nelle produzioni di questo tipo (qui la discendenza da Miyazaki è del tutto evidente) il film alterna con efficacia toni sentimentali a passaggi dal sapore oscuramente fantastico. Non mancano scene che virano in maniera non del tutto prevista verso la dimensione dell’inquietante, ma tutto è dosato alla perfezione e con grande intelligenza.

 

 

Già dalla prima enunciazione della trama si intuisce poi come il film tradisca una serie di debiti piuttosto evidenti con numerosi capisaldi dell’immaginario culturale contemporaneo: il passaggio in una dimensione altra non può non ricordare Alice nel paese delle meraviglie e il ritrovamento di una scuola di magia nella vita di un ragazzo qualsiasi rimanda direttamente alla saga di Harry Potter. Se c’è un elemento forte che distingue i prodotti dello studio Ghibli da questa nuova realizzazione è forse una maggiore insistenza sulla cultura occidentale, una forma di racconto in cui la “giapponesità” è meno evidente e presente.

Mary e il fiore della strega è un film d’animazione già maturo, formalmente ineccepibile e narrativamente di grande fascino. Una visione adatta a chiunque, in grado di risuonare efficacemente con grandi e piccoli. Un’ulteriore conferma di come per i giapponesi l’animazione sia un prodotto artistico dotato di grande valore culturale; una lezione che anche noi dovremmo imparare.

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