Secondo appuntamento della rassegna

L'arto fantasma di popoli e comunità Film d'arte sulla memoria che ripara

L'arto fantasma di popoli e comunità Film d'arte sulla memoria che ripara
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Cosa accade quando perdiamo una parte del corpo? O quando perdiamo una persona che amiamo? Quando all'improvviso scompare un genitore, un amico o un amore? E cosa accade quando è un'intera comunità a sparire? Queste sono alcune domande che l'artista Kader Attia si pone nel film Reflecting Memory. La ricerca di risposte attraversa la metafora dell'arto fantasma, il tema della memoria e la sua capacità di riparare le fratture di ogni storia. Il punto di partenza è in sostanza quel «sesto senso», un tempo definito anche chinestesia, che ci dà accesso a una conoscenza complessiva del corpo, della posizione e degli spostamenti con una precisione quasi matematica, e, come si è scoperto di recente, anche di recepire i movimenti circostanti. Senza il sesto senso, quello che appunto ci fa percepire un arto anche quando non c'è più, anche gli altri cinque sarebbero ciechi e muti.

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Proiettato per Art Movie. Reflecting Memory viene proiettato stasera alle 21 all'auditorium di piazza della Libertà. Visioni d'artista, al cinema, in sostanza, come da proposta di Art Movie, il nuovo progetto creato da Lab 80 film e Contemporary Locus, che uniscono le proprie esperienza e ricerca per organizzare proposte cinematografiche «artistiche» originali, che nelle sale bergamasche altrimenti faticherebbero ad arrivare. Si parla, appunto, di sindrome dell'arto fantasma. Ma attenzione: è visione d'artista, quindi si va ben oltre il racconto medico o psicologico di quella patologia che riguarda chi ha subito un'amputazione e continua a sentire l'arto perduto come se fosse presente. Kader Attia, francese, si addentra in un mondo particolare e costruisce un percorso narrativo intimo, profondo e al tempo stesso metaforico: perché il protagonista vero del film è il concetto di «riparazione», non tanto fisica quando morale.

La «riparazione morale». «Le ferite aperte domandano una riparazione - ha detto Kader Attia, che ha viaggiato soprattutto in zone dove la guerra ancora mostra le sue tracce e intervistato persone mutilate, oltre a chirurghi e psicanalisti -. Le persone o le comunità che sono state vittime di genocidi vogliono una riparazione che ha poco o niente a che vedere con la vendetta. Tutti gli storici dello schiavismo, del colonialismo, dei grandi eccidi della storia a cui ho domandato mi hanno risposto che il fenomeno dell’arto fantasma è una metafora perfetta per descrivere la perdita di una comunità. Nel film si racconta questo».

Racconto simbolico. Reflecting Memory, film documentario che viene proiettato in lingua originale con sottotitoli italiani (le interviste ai testimoni sono in inglese, francese e tedesco), è dunque un racconto efficacie e simbolico, che riflette sulla memoria, sulle conseguenze dei conflitti, sull'idea di «riparazione» come cura di una ferita. E il regista è uno degli artisti di livello internazionale maggiormente riconosciuti: classe 1970, è stato ospitato dalle principali istituzioni artistiche di tutto il mondo. Per citarne alcune: Biennale di Venezia, Tate Modern a Londra, Mori Museum di Tokyo, Centro Pompidou a Parigi, Guggenheim di New York.

Secondo appuntamento. L'appuntamento di mercoledì 9 è la seconda proposta di Art Movie, progetto neonato che il 10 aprile ha presentato in anteprima nazionale il film Icaros: a vision di Matteo Norzi e Leonor Caraballo, un film documentario che racconta la pratica psichedelica amazzonica dell'ayahuasca e che sta raccogliendo grande apprezzamento di pubblico nelle sale di tutta Italia, grazie anche alla distribuzione di Lab 80 film. Il costo dell'ingresso alla serata di mercoledì 9 è di 6 euro per il biglietto intero, 5 euro con riduzioni e per gli iscritti alla newsletter di Contemporary Locus (che dovranno esibire l'email ricevuta in biglietteria) e 4 euro per i soci Lab 80. Maggiori informazioni su www.lab80.it e www.contemporarylocus.it.

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