Fifty years ago

Le cento opere che han fatto il '68 spuntano nell’atrio dell’Artistico

Le cento opere che han fatto il '68 spuntano nell’atrio dell’Artistico
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1968-2018. Fifty Years Ago
Atrio del Liceo Artistico, 18 gennaio-25 febbraio, ore 8-16. Entrata libera.
Con la collaborazione di Brando Grassi, Noemi Gibilisco, Sara Pelliccioli, Martina Minaudo, Lucrezia Vanotti, Giulia Morassutti, Elisa Bosisio.

 

A cinquant’anni di distanza dal mitico Sessantotto gli studenti del Liceo Artistico Statale Giacomo e Pio Manzù rileggono le storie e i fatti di quel fatidico anno - anno di rivolte, contestazioni e cambiamenti radicali - da un’angolazione tutta speciale, quella della storia dell’arte. Se è vero che sappiamo tutto o quasi di quanto accadde nei diversi ambiti della vita sociale: politica, religione, scuola, famiglia, sessualità, diritti civili, cosa ricordiamo e cosa sappiamo esattamente di quanto accadde nel mondo dell’arte? Il movimento del Sessantotto è stato infatti un movimento complesso e articolato che ha unito classi sociali e giovani generazioni nella contestazione e in una rinnovata visione del futuro. Anche l’arte partecipò al cambiamento: musica, pittura, teatro, poesia e letteratura, dopo il Sessantotto non sono stati più gli stessi; nuove energie creative spinsero gli artisti a guardare oltre, a immaginare un mondo diverso, a praticare nuovi linguaggi e nuovi comportamenti.

Mario Ceroli, Senza titolo (1968) legno sagomato 178 x 30 x 26 cm -2
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Mario Ceroli, Senza titolo (1968)

Mario Merz, Igloo-Giap, 1968
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Mario Merz, Igloo-Giap, 1968

Mario-Schifano-Compagni-1968
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Mario Schifano, Compagni, 1968

Michelangelo Pistoletto, Mappamondo, 1968 _0
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Per indagare questo specifico settore della vita sociale e culturale gli studenti del Liceo hanno compiuto un’approfondita indagine storica e bibliografica per verificare che cosa venne effettivamente prodotto dagli artisti in quei fatidici dodici mesi del 1968: anno che, tra le altre cose, vide la dura contestazione, da parte degli artisti, della Biennale di Venezia, accusata di incentivare una irragionevole competizione e una ancor più riprovevole mercificazione dell’opera d’arte. Iniziava la grande stagione dell’Arte Povera, della Land Art, di Fluxus... movimenti che muovevano i primi passi in direzione di una più stretta relazione tra arte e vita, tra arte e natura, artista e pubblico. Nei cinema uscivano capolavori come 2001 Odissea nello spazio (Kubrick); C’era una volta il West (Leone); Il pianeta delle scimmie (Schaffner), Hollywood Party (Edwards), Teorema (Pasolini); Yellow submarine (Dunning).

Setacciando le biblioteche e il web, gli studenti hanno selezionato cento opere d’arte realizzate nel 1968 da artisti di varie nazionalità e appartenenti alle più diverse correnti...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 5 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 1 febbraio. In versione digitale, qui.

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