Aperta fino al 28 giugno

L'arte 2.0 di Cory Arcangel Una mostra a Palazzo della Ragione

L'arte 2.0 di Cory Arcangel Una mostra a Palazzo della Ragione
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Tutto questo è così pazzo, tutti sembrano così famosi è la traduzione del titolo della mostra di Cory Arcangel, da poco inaugurata da GAMeC nella Sala dei Giuristi di Palazzo della Ragione e aperta fino al 28 giugno. This is all so crazy Everybody seems so famous è una citazione da Party in the USA, brano della cantante pop Miley Cyrus (che un po' tutti hanno imparato a conoscere per un motivo o per l'altro) e che ben riassume il senso di questa mostra, incentrata sulle icone dell'era contemporanea. Cory Arcangel, infatti, ha trasportato in una delle sedi storiche di Bergamo una serie di icone ripescate in momenti diversi degli anni Novanta, Duemila e – possiamo dire – anche Duemilaedieci, riproponendole una accanto all'altro in un coloratissimo schieramento.

Diversi tall boys, meglio noti come i tubi colorati da piscina, sono trasformati in personaggi tipici del nostro tempo: dall'uomo della finanza con auricolare all'orecchio al ragazzo con grandi cuffie fluo in testa, fino alla preadolescente col cappuccio di Hello Kitty e iPod in tasca. Ma non solo, Cory Arcangel ha attinto simboli anche da qualche anno addietro, riproponendo il pantaloncino di jeans strappato con la stampa dello smile o i polsini e le cavigliere in spugna di noti brand sportivi. Per questo This is all so crazy Everybody seems so famous si trasforma in una sorta di melting pot di oggetti-icone che identificano un senso di appartenenza ad un determinato gruppo o l'adesione a una certa visione della vita.

Arcangel_Asshole-Lakes, 2013
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Arcangel_Awkward-Smiles-Lakes, 2013
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Arcangel_Dreams, 2015
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Arcangel_Fucks, 2015
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Arcangel_Hillary-Lakes, 2014
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Arcangel_N.E.R.D,2015
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Arcangel_Since-U-Been-Gone, 2015
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Arcangel_This is all so crazy, everybody seems so famous, 2015_1
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Il tappeto multicolore e il catalogo da adolescenti. Tre sono le note particolarmente curiose della mostra curata da Stefano Raimondi e organizzata dalla GAMeC. Una è rappresentata dal gigantesco tappeto multicolore che ricopre il pavimento della Sala dei Giuristi. Un gradiente dai toni arcobaleno si stende morbidamente su tutta la superficie riprendendo le tinte di Arcangel Surfware, brand creato dall'artista americano e ricco di gadget diversi in vendita qui. Idealmente, quest'opera vuole dare anche un impatto cromatico forte alla mostra, le cui opere dialogano giocoforza con uno dei più antichi palazzi italiani. In questo caso il lunghissimo titolo dell'opera Photoshop CS: 1060 by 2744 centimeters, 10 DPC, RGB, square pixels, default gradient "Spectrum", mousedown y=1800 x=6800, mouseup y=8800 x=20180 non è altro che l'insieme dei codici da inserire nel programma Photoshop per poter riprodurre lo stesso tono in qualsiasi momento e su qualsivoglia superficie.

Una seconda nota particolarmente curiosa è data dal catalogo, più simile ad una rivista da teenager che a una pubblicazione museale. Non a caso gli organizzatori hanno confessato di essersi rivolti in un primo tempo proprio alla grafica del mensile Cioè per realizzarlo. Per finanziare il catalogo arriva il terzo progetto curioso, un foulard in seta in vendita in serie limitata che riproduce un'altra opera di Cory Arcangel, ora esposta all'Herning Museum of Contemporary Art.

Multiplo d'artista, 2015 (part.)
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Arcangel_This is all so crazy, everybody seems so famous, 2015_3
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Arcangel_This is all so crazy, everybody seems so famous, 2015_4
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Chi è Cory Arcangel. Classe 1978, è un artista statunitense che denuncia, nel suo cognome, chiari origini italiane. Nel 2011 è stato il più giovane artista a cui il Whitney Museum di New York abbia dedicato una personale e potremmo tranquillamente definirlo uno dei più influenti artisti della New Media Generation. Di fatto Cory è cresciuto nel mondo della rivoluzione digitale, scoprendo in maniera graduale e - come tutti i suoi coetanei - l'universo di computer, cellulari, social network e smartphone. Ma invece di limitarsi ad usarli ha coltivato un rapporto con questi nuovi media basato sull'hackeraggio, cercando di manipolarne dati e sistemi per creare una comunicazione diversa. Uno dei suoi lavori più celebri è Super Mario Cloud, del 2002, in cui lo schema di gioco del celebre eroe Super Mario è stato epurato di qualsiasi elemento salvo le nuvolette bianche che scorrono sullo sfondo azzurro. In un altro lavoro dedicato al personaggio della Nintendo, Super Mario si ritrova bloccato su un emblematico cubo con un punto di domanda, guardando ripetutamente il nulla che lo circonda.

Punto nevralgico dell'idea artistica di Cory Arcangel è la condivisione. Le istruzioni e i codici sorgente per la realizzazione di diversi suoi lavori sono disponibili sia sul suo sito internet, sia su una serie di pubblicazioni intitolata The Source. Ognuno quindi, può prendere questi codici e condividerli o manipolarli a sua volta innescando una catena di interpretazioni possibili.

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