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Quel vento a 140 chilometri orari che ha steso la foresta dei violini

Quel vento a 140 chilometri orari che ha steso la foresta dei violini
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Sei scatti straordinari realizzati dal giovane fotografo Rocco Fidanza nell’autunno 2018 in Val di Fassa, subito dopo il disastro del 31 ottobre quando un vento impetuoso correndo alla velocità di 140 chilometri ha divelto e raso al suolo 200mila metri cubi di foresta. Fanno parte dell’installazione fotografica ospitata dallla sede del Parco dei Colli di Bergamo (ex monastero di Valmarina) dal 2 al 23 marzo. Titolo? “140 KMH”. Semplice.

 

 

Il vento ha abbattuto un milione e mezzo di metri cubi di legname: più di quanti ne possano tagliare tutti i boscaioli del Trentino in tre anni. Il Corpo Forestale stima che ci vorranno 2 anni per rimuovere i tronchi e 100 anni alla natura per ritornare a prima della tragedia. La Val di Fiemme, in particolare, è famosa in tutto il mondo per i suoi abeti rossi. Si parla del parco di Paneveggio con la foresta dei violini, quella in cui Stradivari in persona si recava per scegliere l’abete migliore per costruire i suoi strumenti. Gli scatti di Rocco Fidanza non cercano di documentare la tragedia in modo giornalistico, frontale e oggettivo; piuttosto si perdono nei dettagli fino a fare toccare la scabrosità delle innumerevoli amputazioni, fratture, lacerazioni e dissanguamenti. In un campo visivo di 20 centimetri quadrati si proietta la brutalità di 200mila metri cubi. Un enorme sterminio che porta simbolicamente i tratti di un attacco alla bellezza e alla perfezione. «Lo scopo di questo lavoro è veicolare l’impressione emotiva, cruenta e terrifica provata osservando le spoglie dei tronchi, spezzati e riversi, aggravati dal loro peso, insieme carne ed ossa insieme pesce e lische: legno, legna. A sua volta una riflessione su ciò che significa “impressionarsi”», scrive Fidanza.

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