Dalle coreografie ai cori

Regalaci ancora pomeriggi così belli

Regalaci ancora pomeriggi così belli
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È iniziata con la pioggia prevista dagli esperti meteo mai arrivata, è finita con la Curva che cantava «liberatelo» ai cronisti di Sky e Mediaset mentre trattenevano Ilicic a fine partita. Atalanta-Genoa è stata tante piccole grandi cose. La più importante è il risultato finale, perché il 3-1 firmato da Barrow, Cristante e Ilicic non ammette repliche né dubbi: la qualificazione europea della Dea dipende solo e soltanto dagli uomini di Gasperini. Certo, con qualche risultato favorevole dagli altri campi avremmo potuto parlare di impresa quasi fatta, ma la corsa non è finita e la Dea c’è.

 

 

Il prepartita: Ilicic osserva, Gomez scalpita. Lo stadio è pieno un’altra volta e con oltre 18.500 tifosi presenti il colpo d’occhio dell’ex Comunale è splendido. Quando le squadre entrano sul terreno di gioco l’osservato speciale è Josip Ilicic. Il numero 72 nerazzurro, dopo sei partite ai box, è finalmente tra i convocati e inizialmente si siede in panchina. Il suo recupero viene gestito da Gasperini con grande attenzione ma la sola presenza basta alla gente per fregarsi le mani e sognare un contributo decisivo. Chi invece è chiamato ancora una volta a dare la spinta ai compagni e a tutto lo stadio è il Papu Gomez, maglia numero 10 sulle spalle e fascia di capitano al braccio. L'argentino sta lottando contro il tempo per conquistare il Mondiale di Russia 2018 e le sue prestazioni sono in costante miglioramento. Fin dal riscaldamento, al cross o al tiro, il Papu è determinato e mentre il compagno sloveno osserva dalla zona di campo dove giochicchiano i panchinari, dal numero 10 arrivano alcune stoccate di grande potenza e precisione che ne certificano la carica agonistica.

Primo tempo nel segno di Barrow e Cristante. All’ingresso in campo, lo stadio dipinge coreografie da applausi. In Curva Nord viene srotolato un grande drappo con il profilo di Città Alta (che già si era visto a Reggio Emilia nelle notti europee) e la scritta “Bergamo Ultras”, mentre tante bandiere fanno da contorno. In Morosini, invece, un grande striscione con scritto “You’ll Never Walk Alone” viene esposto tra tantissime bandierine nerazzurre e il colpo d’occhio è bellissimo da qualsiasi parte ci si giri. In campo la squadra non ha grossi problemi di manovra, il Genoa non gioca bene mentre l’Atalanta scatena Barrow negli spazi e arriva quasi subito il vantaggio. Quella progressione del gambiano che mangia metri a Rossettini come fossero popcorn al cinema sbalordisce il pubblico, nel momento del gol lo stadio esulta convinto: signore e signori, questo è un campioncino. La seconda marcatura di Cristante avvicina il talento di San Vito al Tagliamento a quota dieci gol in campionato (siamo fermi a nove con tre partite ancora da giocare) e la gente della Dea si stropiccia gli occhi: è tutto stupendamente vero.

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Ripresa, Ilicic top e Gomez ad un passo dal poker. Dopo l’intervallo vissuto con il solito gioco promosso da Oriocenter e tre bambini in gol sotto la Pisani, la domanda è solo una: quando rivedremo “Giuseppe 72”? Gasperini sembra cogliere la palla al balzo e al quarto d’ora la sagoma filiforme del fantasista sloveno si palesa vicino al quarto uomo. Lo stadio si esalta: ovazione per l'uscente Barrow e applausi e cori per il ritorno in campo del capocannoniere. Pronti, via e il centrocampista del Genoa Veloso battezza le gambe di Ilicic con un’entrataccia ai limiti del cartellino. Lui non si scompone e inizia subito a mulinare calcio. La prima conclusione a giro esalta Perin in tuffo e i tifosi sugli spalti; poi, di lì a poco, arriva pure il secondo tiro con il mancino e questa volta la palla muore sul palo lontano e si insacca alle spalle del portiere del Genoa, mandando lo stadio in visibilio. Nel finale di partita c’è tempo pure per il poker sfiorato da Gomez (assist perfetto di Ilicic) ma non importa: la squadra nerazzurra cala un po’, rischia qualcosina dopo il gol di Veloso ma complessivamente il pubblico ha di che applaudire e lo fa in modo convinto. Piccolo brivido, il rigore dato per mani di Caldara e poi tolto da Fabbri grazie al Var perché involontario.

Il post-partita e quel «liberatelo!». Al fischio finale, la squadra corre convinta sotto la Nord, con Gomez stremato e tanti giocatori felici. Ilicic poco prima ha preso un colpo al ginocchio che tanti problemi gli ha dato in queste settimane, ma non è nulla di grave e quando Mediaset e Sky lo “rapiscono” per le interviste di fine partite il pubblico invoca a gran voce la sua liberazione: «Oh, liberatelo, liberatelo, liberatelo, liberateloooo!», è il coro dedicato dalla Nord al campione sloveno con il solo obiettivo di averlo il prima possibile a disposizione per il giusto tributo e l’applauso finale. Il giro di campo di de Roon (bellissimo lo striscione di ringraziamento dedicato dalla Morosini al ragazzo olandese), i soliti "matti" che a cavalcioni sul vetro della Pisani si sono sporti per prendere maglia e pantaloncini di Ilicic e i risultati (stavolta tutti negativi) delle dirette concorrenti alla corsa europea che scorrono sul tabellone sono le ultime istantanee di un altro bellissimo pomeriggio di calcio vissuto insieme allo stadio: il sogno europeo ormai è vicino, mancano solo tre partite e bisogna spingere la squadra a conquistarlo.

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