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Sulla mia pelle arriva a Villa d’Almè insieme a tutta la famiglia Cucchi

Sulla mia pelle arriva a Villa d’Almè insieme a tutta la famiglia Cucchi
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Finalmente anche a Bergamo arriva Sulla mia pelle, il film di Alessio Cremonini che racconta gli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi e la settimana che ha cambiato per sempre la vita della sua famiglia. Grazie alla collaborazione tra Curva Nord Bergamo, Associazione Stefano Cucchi Onlus e Lab80, sarà proiettato domenica 14 ottobre alle 20.30, al Teatro Serassi di Villa D'Almè. Ospiti della serata la sorella llaria, il papà Giovanni, la mamma Rita Calore e l’avvocato Fabio Anselmo. L’ingresso è gratuito, ma si preannuncia una gran folla: la pagina Facebook dell’evento conta già quasi 900 partecipanti e oltre 5mila persone interessate. Una partecipazione talmente ampia che ha costretto gli organizzatori a cambiare la sede della proiezione, spostandola dall’Auditorium di piazza Libertà a Bergamo, dove inizialmente era prevista, proprio per «una questione di capienza e spazio».

 

 

È uno dei film che più hanno fatto discutere nelle ultime settimane, accolto con una standing ovation al Festival di Venezia 2018 e che ha segnato un solco su una vicenda che resterà nella storia del nostro Paese. Una storia di cronaca nera, iniziata il 22 ottobre del 2009, che ha avuto grande esposizione mediatica e che tutti conosciamo: Stefano, giovane di trent’anni, muore all’ospedale Sandro Pertini in seguito alle percosse ricevute nel carcere di Regina Coeli. Al momento del decesso pesa appena 27 chili ed è stata necessaria una lunga indagine per individuare i colpevoli, con coinvolti alcuni agenti di polizia penitenziaria, alcuni medici del carcere di Regina Coeli e alcuni carabinieri. Vincitore a Venezia 75 del Premio Pasinetti speciale al film e ai migliori attori e del Premio Brian Uaar, Sulla mia pelle è distribuito contemporaneamente nelle sale cinematografiche italiane da Lucky Red e attraverso il servizio di streaming Netflix.

Una sfida vinta. Un film difficilissimo da realizzare, con il grosso rischio di scivolare nella retorica più assoluta, con Alessio Cremonini che per restituire allo spettatore una ricostruzione all’altezza ha navigato tra diecimila pagine di verbali, il libro di Carlo Bonini e il libro scritto dalla sorella Ilaria Cucchi, senza dimenticare il documentario di Enrico Mentana e decine di altre fonti. E fa centro: merito anche dello straordinario quanto non riconoscibile Alessandro Borghi - sia fisicamente che vocalmente - e dei personaggi secondari. Un lavoro di grande qualità e straziante, che permette allo spettatore di farsi un'idea sul terribile caso senza prendere una posizione ben precisa.

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