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Fondazioni oggi tra pandemia e tasse, parla Guzzetti

"Le tasse colpiscono le Fondazioni e sottraggono soldi a chi ne ha bisogno".

Fondazioni oggi tra pandemia e tasse, parla Guzzetti
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Le Fondazioni hanno compreso prima di altri la drammaticità della pandemia e della crisi, scendendo al fianco delle associazioni del Terzo settore e tenendo insieme il tessuto sociale delle nostre comunità. Le Fondazioni, però, potrebbero fare molto di più, soprattutto con un fisco più equo. Il regime fiscale dell’Italia per gli enti no profit è il più pesante di tutti i Paesi europei. "Le tasse colpiscono le Fondazioni e sottraggono soldi a chi ne ha bisogno", esordisce l’avvocato Giuseppe Guzzetti, 86 anni, filantropo comasco, presidente di Regione Lombardia dal 1979 al 1987, senatore della Dc dal 1987 al 1994, presidente della Fondazione Cariplo dal 1997 al 2018 e presidente dell’Acri dal 2000 al 2019.

La situazione italiana oggi secondo Guzzetti

La seconda e violenta ondata del Covid-19 sta facendo ripiombare il Paese in una fase molto difficile dal punto di vista sanitario. Ci saranno pure pesanti ripercussioni economiche e sociali.
Qual è il suo punto di vista?

"Il virus è un nemico subdolo e violento di cui conosciamo ancora troppo poco. Non riusciamo a venirne a capo e, dopo il rallentamento estivo, è tornato ancora più violento diffondendosi rapidamente. La gravità della situazione suggerirebbe un’azione forte del Governo, una condivisione tra maggioranza e minoranza sui provvedimenti da adottare per il bene del Paese. Purtroppo non è così" afferma Guzzetti.

"All’interno della maggioranza c'è una componente in crisi e che non decide nell’attesa dei suoi Stati generali, mentre un’altra componente minoritaria mette in difficoltà l’Esecutivo di cui fa parte per ricavare un suo spazio di visibilità. L’opposizione si dice disponibile al dialogo ma solo con un impegno preventivo di andare al voto, cavalca il disagio sociale e il capo della Lega, senza alcun titolo, interviene pure sul presidente Attilio Fontana perché non condivide i suoi provvedimenti e vorrebbe fermarli".

La politica non sta dando una grande prova...

"La fortuna del nostro Paese è di avere il Presidente Sergio Mattarella , perno di garanzia democratica e difensore del corretto rapporto tra le istituzioni democratiche. Senza questa presenza la crisi sarebbe ancora più drammatica. Dopo il recente viaggio a Castegnato (Brescia), per onorare le vittime del Covid-19, il Presidente della Repubblica ha sollecitato i presidenti di Regione, i presidenti delle Camere e i capi di partito di maggioranza e minoranza, a una collaborazione indispensabile perché, come ha ribadito, “il nemico è il virus” che tutti devono combattere".

Il quadro non è per nulla confortante, però potevamo arrivare più preparati a questa seconda ondata dell’epidemia.

"Quando è arrivato il “Bestio” - come lo chiamo io - è emersa anche la crisi della sanità. Compresa quella lombarda. Le criticità sono venute alla luce per gli errori commessi nel passato: riduzione dei fondi, mancato coinvolgimento della medicina di base, ospedalizzazione spinta senza filtri sul territorio, spazio eccessivo alla sanità privata..." continua Guzzetti.

"Questi sei mesi di rallentamento del Covid-19 dovevano essere impiegati per recuperare questi errori, utilizzando anche i 36 miliardi del Mes. Adesso scopriamo che uno degli elementi di diffusione del virus sono i trasporti pubblici, ma anche in questo caso non ci siamo preparati: Regione e Comuni non hanno fatto nulla per ridurre l’affollamento sui mezzi pubblici. Questo poteva essere realizzato utilizzando i mezzi di trasporti privati, fermi e inutilizzati per la crisi dei trasporti turistici, che, se utilizzati come i privati erano disponibili a collaborare, avrebbero consentito di distanziare i viaggiatori".

Intanto il disagio aumenta perché il Coronavirus ha colpito e colpirà i più deboli.
Quali sono gli ambiti che devono essere maggiormente aiutati?

"Ci sono le vittime dirette del virus, i morti che tornano purtroppo a salire, ma ci sono pure le vittime sociali, gli operatori del turismo, del mondo dello spettacolo, dei bar, dei ristoranti, degli alberghi, dei lavoratori autonomi e di tutte quelle attività che faticano a riprendere e rischiano di chiudere per sempre. La Cassa integrazione e i sussidi sin qui hanno consentito di mantenere molti lavoratori in attività anche se quei posti di lavoro sono venuti meno; quando termineranno avremo decine di migliaia di disoccupati in più.

I sussidi vanno bene ma c’è scarsa attenzione allo sviluppo e alla creazione dei posti di lavoro. Le troppe persone che hanno perso reddito e i giovani che non trovano lavoro devono essere la nostra preoccupazione maggiore. A loro pensa solo il privato sociale, la Caritas, il Terzo settore. Il presidente della Fondazione Cariplo, Giovanni Fosti, è stato il primo a intuire questo problema e ha preso provvedimenti immediati e importanti, mobilitando anche le Fondazioni comunitarie locali che, insieme, nella prima fase dell’emergenza sanitaria, hanno raccolto oltre 100 milioni di euro destinati subito alle carenze della sanità e poi alla povertà dilagante".

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