per fortuna c'erano loro

Sembrava dormire sull'aereo, ma aveva avuto un infarto: 32enne salvato da quattro angeli

Si sono accorti dal respiro del giovane uomo che qualcosa non andava e sono partiti con le manovre che gli hanno salvato la vita.

Sembrava dormire sull'aereo, ma aveva avuto un infarto: 32enne salvato da quattro angeli
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Salvato dall'infarto durante un volo per la Francia: i suoi angeli custodi sono stati quattro sanitari della Cardiologia di Chioggia che viaggiavano sul suo stesso aereo (per pura fortuna) e hanno eseguito con successo una manovra cardiaca a un trentaduenne italiano.

Sembra stia riposando in aereo ma è in arresto cardiaco

Come racconta Prima Venezia, doveva essere una toccata e fuga in giornata, a Parigi, per staccare dalla settimana faticosa in corsia. Alle 6.45 della mattina del 13 aprile 2022 tre infermieri e una oss di Cardiologia dell’ospedale di Chioggia sono in volo da mezz'ora verso Parigi. Al check in fanno l’assegnazione casuale dei posti, ma questa casualità li vuole tutti seduti in fila, la numero 16 di un Easy Jet: l’infermiera Katia De Bei al posto 16 A, l’infermiere Riccardo Baldo al 16 B, l’operatrice socio sanitaria Tiziana Cavallarin al 16 E e l’infermiera Gina Valentino al 16 F, accanto al finestrino.

Dietro all'infermiera Valentino, al 17 F, un giovane di 32 anni sembra riposare, con un leggero russare, accanto al suo accompagnatore, che si gode sereno il viaggio, ma in realtà ha avuto un infarto.

“Ci giriamo tutti e quattro verso il giovane. Poi ci scambiamo uno sguardo d’intesa. Quel respiro pesante lo riconosciamo subito, non è un normale ronfare del sonno” ripercorre Baldo i primi istanti.

I soccorsi

Valentino allora si gira di scatto e comincia a chiamare il giovane uomo:

“Signore, Signore… Riesce a sentirmi? Si sente bene?”. Nessuna risposta. Non è cosciente. Si alzano tutti e quattro e lo stendono di traverso su tre sedili. “Non sentiamo il polso, il respiro è debolissimo e capiamo che è in arresto cardiaco” raccontano. “Cominciamo a eseguire il massaggio cardiaco esterno, a mano, ma lo spazio è troppo stretto”.

Riescono con l’aiuto di un altro passeggero a stenderlo in corridoio. De Bei strappa la camicia del giovane steso, per liberargli il torace. Valentino allerta l’assistente di volo chiedendo defibrillatore e forbici, per liberare meglio il torace dagli indumenti. Cavallarin spiega ai passeggeri la situazione e li tiene calmi.

“In quel momento lo diamo per perso - ricostruisce Baldo - ma non ci diamo per vinti e continuiamo a eseguire il massaggio a mano, in attesa del Dae. Io calcolo che siano passati una decina di minuti e il cuore ricomincia improvvisamente a battere”.

“Grazie e scusatemi, scusatemi di tutto” dice il giovane quando riprende conoscenza e si accorge di ciò che è accaduto. Nel frattempo arriva anche la maschera dell’ossigeno a rinfrancarlo, mentre i sanitari clodiensi continuano a monitorare i parametri vitali e la pressione, fino all’atterraggio a Parigi.

Ad attenderlo in Francia, in aeroporto, medici e infermieri del pronto intervento parigino.

L'orgoglio di Zaia

Ai quattro  è andato anche il plauso del governatore veneto Luca Zaia:

“Un sanitario ha una caratteristica unica: rimane tale, a disposizione di chi sta male, in ogni momento, anche in vacanza. Complimenti, con orgoglio, a Riccardo, Katia, Tiziana e Gina. Hanno salvato una vita e credo non lo dimenticheranno mai. Quattro ragazzi con grande cuore e prontezza, ma anche con grande professionalità perché si sono accorti del malore solamente sentendo, con orecchio allenato, che respirava irregolarmente e hanno iniziato subito le manovre del caso, prima a mano e poi con l’aiuto di un defibrillatore nel frattempo messo a disposizione dall’equipaggio. Bravi loro  e complimento al reparto per il quale lavorano per le professionalità che sa esprimere”.

“Orgoglioso per la mia équipe, che senza saperlo è passata da una corsia di lavoro all’altra - dichiara il primario di Cardiologia di Chioggia Roberto Valle -, a ricordarmi che le vite e i cuori si salvano ovunque, non solo in ospedale".

Una vicenda analoga

Questo genere di salvataggi ad alta quota prevede una grandissima dose di fortuna. Un fatto analogo è accaduto nel settembre 2021 su un aereo che da Milano Malpensa era diretto in Marocco. In quell'occasione una ragazzina 14enne, che viaggiava in compagnia di mamma e papà, ha iniziato a sentirsi male, smettendo addirittura di respirare. Il personale l'ha portata in fondo all'aereo, prima della classica domanda: "C'è un medico a bordo?".

Purtroppo, però, di medici a bordo non ce n'erano. E così, all'improvviso, guidato da chissà quale ispirazione, Charaf Sakhi, 29enne marocchino residente a Brescia, si è alzato dal suo posto e si è fatto avanti.

"Quando sono arrivato in coda all’aereo ho visto che le tre assistenti erano spaventate, mentre la ragazzina era seduta e tremava. Sono un operaio e non ho frequentato corsi di primo soccorso, ma il mio capo è un volontario della Croce Bianca e mi ha spiegato come intervenire in casi di emergenza. A quel punto ho chiesto di portare l’ossigeno. Mi sono trovato in una situazione non facile e non ho voluto mollare la ragazzina sotto shock. Ha avuto un attacco di panico forte e dopo 5 minuti di tentativi per farla tranquillizzare ha avuto un arresto cardiaco: non respirava, le assistenti di volo si sono allontanate, mentre io l'ho messa a terra e con le mie mani ho premuto per tre volte sul suo petto. Per fortuna è tornata a respirare".

Il comandante del volo nel frattempo aveva ottenuto l’ok dalla torre di controllo di Malaga per un atterraggio sulla loro pista. A quel punto sull’aereo sono saliti i soccorritori e la ragazzina è stata trasportata all’ospedale cittadino. Charaf non vuole essere chiamato eroe, ma quello che ha fatto è stato straordinario. Anche i sanitari spagnoli gli hanno fatto i complimenti.

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