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La gentilezza rock di Marco, il “Barista del cuore” del 65.Zero di via Locatelli a Bergamo

Sono state due cliente affezionate e persino un ex collega a scriverci per candidare alla nostra iniziativa l'ex ingegnere. Una storia davvero bella e particolare

La gentilezza rock di Marco, il “Barista del cuore” del 65.Zero di via Locatelli a Bergamo

Sono state due cliente affezionate e persino un ex collega a scriverci per candidare Marco Colombo, barista del 65.Zero di Bergamo, un piccolo locale in via Locatelli, quasi ai piedi della funicolare, alla nostra iniziativa “Barista del cuore (QUI tutte le informazioni). Ci hanno raccontato che, dopo aver letto il progetto, hanno pensato subito a lui e lo hanno ritenuto un bel modo per ringraziarlo pubblicamente.

«Marco è uno che apprezza le cose semplici – raccontano le due clienti -. A lui piacciono quelle fatte con il cuore. Non tanto perché la gente gli dica che il caffè è buono (e lo è), ma perché capisce quando qualcuno è contento di stare lì, nel suo bar». E così, con queste premesse da “barista perfetto”, siamo andati a conoscerlo.

Un bar che riparte… da zero

Il locale si chiama 65.Zero, come detto. «In passato, in questo civico c’era già un bar – spiega Marco -. Quando l’ho preso in mano, l’ho rifatto completamente, da zero. E da lì il nome». Marco ha quasi quarant’anni, è di Seriate e lavora dietro al bancone da sei. È la sua prima esperienza nel settore: prima, infatti, faceva tutt’altro, l’ingegnere meccanico. Chi lo conosce lo descrive come una persona tranquilla e gentile, capace di mettere chiunque a proprio agio. Lo confermiamo.

Marco Colombo, titolare del 65.Zero di via Locatelli a Bergamo

«Ti fa il caffè e poi sta lì a parlare come un amico. Ha un fare allegro e diretto, ma sempre gentile. E questo ci piace», conferma una cliente seduta al tavolo. Marco sorride: «Non so se esista il barista perfetto, cosa o come dovrebbe essere. Io cerco solo di fare bene quello che so fare e di capire chi ho davanti».

Anticipare i gusti

Osservare i clienti, ricordarne le abitudini, intuire cosa piace. Un piccolo talento che accomuna i baristi. «Noi guardiamo, ascoltiamo, e sì, abbiamo un po’ le orecchie da mercante. Ma non lo facciamo per curiosare, solo per conoscere meglio chi entra. È bello sorprendere qualcuno ricordandosi come prende il caffè o cosa gli piace».

Mentre Marco chiacchiera con noi, una cliente interviene: «A volte ci anticipa pure nei gusti. Ora che è autunno, per esempio, propone per pranzo dei piatti stagionali sapendo già cosa piace a ciascuno. A me, per esempio, prepara sempre qualcosa con la zucca, perché sa che in questo periodo la adoro».

Sulle note di Hotel California

Insomma, al 65.Zero si chiacchiera tanto: di lavoro, di cucina, del più e del meno. E spesso anche di musica. Sì, perché al 65.Zero la musica non è un semplice sottofondo, ma parte dell’atmosfera (e del barista). Appena entri, niente playlist neutre, solo “roba forte”: chitarre, batterie, a volte qualche voce graffiata. «Qui si ascolta rock, quello vero – precisa con un certo orgoglio Marco -. È la musica che ascolto da sempre. Non metto quello che va di moda, metto quello che mi piace. E spesso finiamo per parlarne con i clienti».

Passione vino

Oltre alla musica, Marco ha un’altra passione: il vino. Non è un sommelier, ma un semplice bergamasco amante del buon bere e delle piccole produzioni. O almeno, così si definisce lui. «Mi piacciono i vini di aziende piccole. Durante l’aperitivo mi capita di raccontare dove ho trovato una bottiglia o cosa mi ha colpito. È un modo per chiacchierare».

Nel bar di Marco, il tempo scorre tranquillo. La gente entra, saluta, si ferma a chiacchierare. «Io sono contento quando vedo che le persone qui stanno bene. Non serve altro», dice.

Un ingegnere dietro al bancone

A sentirlo, sembra quasi strano: Marco Colombo, barista ed ex ingegnere. «È vero, ho studiato Ingegneria e per un po’ ho anche fatto quel lavoro – racconta -. Ma a un certo punto ho sentito che non era la mia strada».

Così ha cambiato tutto. E chi lo vede oggi dietro al bancone capisce che, in realtà, il ruolo di barista gli si addice. «Forse un po’ di quel metodo mi è rimasto: mi piace fare le cose bene, capire cosa funziona e cosa no. Ma qui c’è anche tutto il resto: le persone, la musica. Ed è quello che mi fa stare bene».

È lui il barista del cuore?

Marco non fa niente di eclatante o particolarmente innovativo nel suo bar, e forse è proprio questo il segreto. «Non è uno che vuole stupire – dice una cliente abituale seduta al tavolino -. È semplicemente buono, gentile e ti accoglie come si fa a casa, con un amico che non vedi da un po’. È raro, di questi tempi».

Al 65.Zero si ascolta rock, si parla con calma e il barista ti prepara già il cappuccino come piace a te. Lo dicono i clienti: questa atmosfera, “strana” nel senso buono, forse solo semplice e accogliente, fa di Marco un vero barista del cuore di questo angolo di Bergamo.