Il riconoscimento

Nuovo ristorante bergamasco nella Guida Michelin: il Manga di Albano

Segnalazione per il locale giapponese-fusion di Alessandra Quadri e chef Maria Sole

Nuovo ristorante bergamasco nella Guida Michelin: il Manga di Albano
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Alessandra Quadri e chef Maria Sole, una storia di passione e competenza. Una squadra tutta al femminile che ha portato il Manga Restaurant di Albano Sant’Alessandro a un grande risultato, l’accesso ufficiale alla Guida Michelin. Niente stelle, ma un comunque prestigioso inserimento nella categoria fusion, insieme a soltanto altre tre realtà italiane (Il Poggio di Poggiridenti, il Sine di Milano e L’Acciuga di Perugia).

È aperto da poco più di due anni, il Manga. Anni molto duri, segnati dalla pandemia. Ma con il delivery la fama non ha ceduto, anzi: la proposta innovative e di qualità ha pagato. Del resto il concept per nulla tradizionale del locale giapponese dall’impronta fusion è stato ideato con la collaborazione di due autentiche autorità della ristorazione italiana, lo chef stellato Pierantonio Rocchetti e il manager Francesco Longhi del Lo.Ro di Trescore Balneario.

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Elemento caratterizzante del ristorante è la robata, una sontuosa griglia sulla quale vengono cotti e insaporiti dalla particolare affumicatura spiedini (yakitori) di carne, pesce o verdure. E poi ci sono i grandi classici della cucina sushi giapponese.

L’ambiente interno ruota attorno a elementi quali legno, pietra e verde naturale. Al centro del locale il bancone drink, con tutt’attorno un insieme di tavoli e sedute intime. C’è poi una sala laterale con ricercatezza di dettagli. Il nome, invece, fa riferimento ai fumetti giapponesi, evidentemente: «Rappresenta la nostra scelta di raccontare una storia fatta di ottimi piatti legati alla tradizione ma sempre innovativi, dando importanza ad elementi quali l’atmosfera, le emozioni e l’introspezione di chi entra in contatto con la nostra cucina, un po’ come succede ai personaggi protagonisti dei fumetti giapponesi - spiega la titolare Alessandra Quadri - Ci piaceva l’idea di poter trasmettere in maniera unica un’esperienza culturale attraverso il cibo, il tutto in un ambiente ispirato al mondo nipponico, ma contestualizzato a Bergamo». Obbiettivo raggiunto.

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