Lo spettacolo si ferma

Druso: «Condizione terribile, siamo di nuovo in ginocchio»

Neanche il tempo di riorganizzarsi e di far partire la programmazione: i locali che fanno musica dal vivo costretti al silenzio

Druso: «Condizione terribile, siamo di nuovo in ginocchio»
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Neanche il tempo di riorganizzarsi e di far partire una programmazione degna di questo nome, costruita con fatica, che è arrivato lo stop del Dcpm. I locali che fanno musica dal vivo, come bar e ristoranti, hanno dovuto fare i conti, nel giro di dieci giorni, prima con la chiusura anticipata a mezzanotte, poi alle 23 e infine al buio totale.

Il Druso di Ranica, che durante il lockdown ha chiamato a raccolta i propri sostenitori per non affondare, ha fatto giusto in tempo a fare tre concerti, di cui gli ultimi due, sabato 24 e domenica 25, con inizio alle 18 (di solito cominciavano dopo le 22, e non di poco). «Ci auguriamo che la situazione torni presto sotto controllo e che da fine novembre si possa davvero ripartire – scrivono dal club -. Le sensazioni non sono proprio positive, c’è molta tristezza e una forte incertezza, una condizione terribile che vede noi e tutto il nostro settore di nuovo in ginocchio».

Un’entrata a gamba tesa anche per il Polaresco, di cui solo sette giorni fa avevamo salutato il cartellone innovativo e il progetto di restyling dello spazio, con tanto di area esterna coperta in stile Nord Europa. «Abbiamo fatto di tutto per farci trovare pronti per l’inaugurazione – commentano dal Polaresco -. Non perché fossimo ciechi e inconsapevoli della situazione sanitaria che stiamo vivendo, ma perché siamo certi di offrire uno scenario di sicurezza. Il Dpcm attuale ci impedisce di dimostrarlo subito, e aspettiamo il 24 novembre per vivere insieme questi spazi, di cui siamo davvero fieri».

L’Ink Club di via Carducci ha riaperto alle performance dal vivo lo scorso 2 luglio: 54 le serate andate in scena “in presenza” tra concerti, teatro, mostre, presentazioni e dj set. «Durante questi 54 eventi abbiamo sempre adottato ogni presidio di sicurezza indicato e, quando siamo entrati in contatto con un positivo (uno solo in 54 serate), senza aver ricevuto alcuna indicazione da parte delle autorità, abbiamo comunque chiuso volontariamente un intero weekend per sottoporre tutto il nostro personale a tampone e assicurarci che la situazione fosse sotto controllo. Ora dovremo fermare gli eventi aperti al pubblico per un po’, e ci dovremo reinventare una volta di più. Il futuro è oggi quanto mai incerto e un po’ ci spaventa. Ma sappiamo che la passione, quella vera, non muore mai».

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