Il baghèt non ha confini: musicisti dalla Scozia alla scoperta di antiche armonie
Nella sede degli Zanni di Ranica uno scambio culturale fra folklore e tradizione. Uno strumento figlio della cultura popolare
di Giambattista Gherardi
Un incontro cordiale all’insegna della musica, in un “luogo del cuore” del folk bergamasco. Lunedì 13 febbraio, a Ranica, la sede degli Zanni (Compagnia per la cultura e le tradizioni popolari) ha ospitato l’incontro fra i maggiori cultori bergamaschi del baghèt (l’antica cornamusa delle nostre valli) e due musicisti arrivati dalla Scozia, nell’ambito di un tour di ricerca che li porterà fino in Sardegna.
Stephen McNally, 52 anni, e Rob Welsh, 63 anni, hanno intrapreso un viaggio di studio sulle tracce degli antichi strumenti antenati o legati alla cornamusa. Stephen è un suonatore di “uillean pipe”, una cornamusa irlandese la cui sacca non è alimentata a fiato, ma da un mantice a soffietto azionato con le braccia. Stephen e Rob (entrambi della zona di Glasgow) hanno deciso di studiare a fondo anche il nostro baghèt. Ad accoglierli c’erano Valter Biella (ricercatore, musicologo e liutaio), che ha raccontato la storia dello strumento, le sue caratteristiche e il percorso che dagli inizi degli anni ’80 ha valorizzato le preziose testimonianze del casnighese Giacomo Ruggeri, detto Fagot, ultimo suonatore di baghèt dell’intero arco alpino sino agli ’60; Gianpiero Crotti, virtuoso della fisarmonica; Luciano Carminati, nipote di Fagot, con diversi suonatori dell’associazione "Il Baghèt" di Casnigo, alfieri fra strade e piazze di tradizioni senza tempo.
«Il baghèt - sottolinea Carminati - rappresenta una testimonianza unica e inimitabile della musica popolare bergamasca, e la Val Gandino in tale contesto è indubbiamente uno scrigno di tesori di incredibile interesse, per qualità e quantità di spunti che anche gli studiosi stranieri vogliono approfondire». L’incontro a Ranica è stato propedeutico a porre ulteriori solide basi per un happening internazionale che il prossimo 24 settembre riunirà al Santuario della Ss. Trinità di Casnigo (la Sistina della Bergamasca affrescata dai Baschenis) suonatori e strumenti da ogni angolo d’Italia ed Europa.
La serata si è chiusa con l’esecuzione di alcuni brani popolari e uno scambio di doni. Oltre ai prodotti tipici della Val Gandino, in Scozia è andato anche il volume Pia o baghèt - La cornamusa in terra di Bergamo, pubblicato da Valter Biella nel 2010 grazie al Comune di Casnigo.
Rob e Stephen hanno suonato diverse musiche da pub e si sono stupiti non poco di come in Italia sia di fatto limitata, causa Siae, la possibilità di fraternizzare a suon di musica nei locali pubblici. Chissà che il baghèt non aiuti a vincere anche questa battaglia.