Di Stefano Buttiglione
«I’m Marilyn Manson, a drug-addict», cioè un tossicodipendente. Così si è presentato ieri al pubblico della Chorus Life Arena Marilyn Manson, in una serata che ha avuto il sapore del grande evento internazionale. Perché ora Bergamo ha una cornice per i concerti finalmente all’altezza di una metropoli.
Un’icona che non perde colpi
Manson è salito sul palco puntualissimo, alle 21, in un’arena soldout da mesi. Nonostante gli anni e i cambi di formazione, il frontman non ha perso la grinta, la carica e quella teatralità disturbante che lo hanno reso una figura di culto del rock estremo.
Sul palco “il reverendo” è oggi l’unico superstite della formazione originale, circondato da nuovi musicisti tecnicamente solidi ma meno incisivi sul piano della presenza scenica. Le parti strumentali risultano efficaci e potenti, ma il carisma che un tempo si divideva tra più membri ora grava tutto sulle spalle del cantante. Che però riesce a reggere da solo il peso dello show. Anzi, sembra addirittura più in forma oggi che ai suoi concerti di quasi 30 anni fa.
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Scenografia, costumi e teatralità
La Chorus Life Arena, con le sue dimensioni contenute, ha esaltato la componente più intima e viscerale del concerto, pur mantenendo un impatto sonoro massiccio. La scenografia, fatta di luci a led taglienti e atmosfere cupe, ha incorniciato i diversi cambi di costume di Manson, che ha persino riportato in scena l’immaginario dei suoi anni d’oro cantando un brano sui classici trampoli, tra applausi e smartphone alzati. L’esibizione è durata circa un’ora e mezza.
Scaletta per fan storici
La scelta della scaletta ha strizzato l’occhio soprattutto ai fan della prima ora, puntando con decisione sui grandi classici più che sulle produzioni recenti. Ogni hit è stata accolta come un rito collettivo, con il pubblico a cantare all’unisono e a trasformare la serata in un vero tributo alla storia della band, più che in una semplice tappa di tour.
Bergamo sul circuito dei grandi live
Ospitare un artista del calibro di Marilyn Manson in una struttura come la Chorus Life Arena rappresenta un passaggio simbolico importante per Bergamo. La città dimostra di poter entrare nel circuito dei grandi live internazionali con una venue moderna, capace di unire comfort, acustica convincente e quell’atmosfera raccolta che rende la distanza tra palco e pubblico più sottile e, per molti, ancora più emozionante. Unica nota stonata, come segnalato da tanti spettatori anche durante gli eventi sportivi nell’arena, la gestione dei bar, lenta e poco efficiente. Si può fare di meglio.